Open Arms, la Cassazione chiude il caso: assoluzione definitiva per Salvini
Rigettato il ricorso della Procura di Palermo. Meloni esulta, la Fondazione accusa: «Decisione politica»
La Corte di Cassazione mette il punto finale sul caso Open Arms. I giudici della terza sezione penale hanno rigettato il ricorso presentato dalla Procura di Palermo, confermando in via definitiva l’assoluzione del vicepremier Matteo Salvini, all’epoca dei fatti ministro dell’Interno.
La decisione conferma quanto stabilito dalla seconda sezione penale del Tribunale di Palermo, che aveva assolto Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Con il rigetto del ricorso “per saltum”, la Cassazione chiude definitivamente uno dei procedimenti giudiziari più rilevanti e divisivi degli ultimi anni sul tema dell’immigrazione.
Subito dopo la pronuncia, Salvini affida ai social il suo commento: «Difendere i confini non è reato», scrive su Facebook il vicepremier e leader della Lega, rivendicando la correttezza delle scelte compiute durante il suo mandato al Viminale.
Sulla stessa linea la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che interviene con un messaggio pubblico: «La definitiva assoluzione di Matteo Salvini nel caso Open Arms è una buona notizia e conferma un principio semplice e fondamentale: un Ministro che difende i confini dell’Italia non commette un reato, ma svolge il proprio dovere. Forza Matteo».
Di segno opposto la reazione della ong Open Arms. Il fondatore Oscar Camps parla apertamente di una decisione politica: «Non è una decisione tecnica, è una decisione politica. Neanche oggi si è fatta giustizia, ma si è costruita una impunità. Dire che non c’è reato quando un ministro blocca per giorni persone salvate in mare significa legittimare l’uso della sofferenza umana come strumento politico». Camps aggiunge che «questo precedente non solo cancella il passato, ma autorizza anche il futuro. Autorizza altri governi a chiudere i porti e a trattenere le persone sulle navi», concludendo: «Noi continueremo in mare, loro continueranno nei palazzi: la Storia giudicherà chi sta dal lato giusto».
Il ricorso della Procura di Palermo mirava a contestare la sentenza di assoluzione su tre punti chiave: la presunta violazione delle norme sul soccorso in mare, delle norme a tutela della libertà personale e di quelle relative alla protezione dei minori non accompagnati. Tutte censure che la Cassazione ha ritenuto infondate, confermando l’impianto della sentenza di primo grado.
La vicenda risale all’agosto 2019, quando per 19 giorni si consumò un duro braccio di ferro tra Salvini e la nave della ong spagnola Open Arms, con 147 migranti a bordo soccorsi in tre diverse operazioni. Il Viminale negò più volte l’autorizzazione allo sbarco a Lampedusa, aprendo un caso politico e giudiziario che ha attraversato governi e legislature.