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30/06/2025 ore 13.35
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Seppellì in giardino i corpi dei suoi due neonati, al via il processo

La Corte ha disposto la perizia psichiatrica per accertare la capacità di intende e volere di Chiara Petrolini
di Redazione

La Corte di assise di Parma, presieduta dal giudice Alessandro Conti, ritiene necessario disporre una perizia psichiatrica sulla capacità di intendere e volere all’epoca dei fatti di Chiara Petrolini ed eventualmente la sua pericolosità sociale.

Il conferimento dell’incarico, a periti che saranno nominati extra-udienza, sarà fatto il 15 settembre, quando saranno sentiti anche i primi testimoni. La prima udienza del dibattimento si è dunque conclusa con la decisione sulla perizia, chiesta dalla difesa dell’imputata accusata di duplice omicidio premeditato e soppressione dei cadaveri dei due figli neonati.

“La domanda principale cui questo processo non è cosa ha fatto, ma chi sia Chiara Petrolini”. Lo ha detto l’avvocato Nicola Tria, difensore della giovane imputata per l’omicidio premeditato dei suoi due figli neonati, argomentando la propria richiesta di prove per il processo che prende il via davanti alla Corte di assise di Parma. Obiettivo è “comprendere i comportamenti di Chiara nel periodo che ha preceduto gli eventi”, ha aggiunto.

La difesa di Chiara Petrolini chiede la perizia psichiatrica. Lo ha detto l’avvocato Tria, nella prima udienza del processo in Corte di assise, ricordando che sulla condizione psichica della sua assistita ci sono state consulenze dell’accusa e della difesa con esiti opposti: per quella dell’accusa capace di intendere e volere, incapace per quella della difesa. Tria ha anche ricordato che il Gip aveva rigettato la richiesta di incidente probatorio sul tema. “Sarà compito vostro capire – ha detto ai giudici – se sia già opportuno disporla adesso o più avanti. Rimetto a voi la decisione sulla perizia psichiatrica che fin d’ora chiedo sia espletata”.

La pm Francesca Arienti non si è opposta alla richiesta, ma ha suggerito ai giudici di attendere almeno una parte di istruttoria. “Non c’è nulla nella storia di Chiara Petrolini che possa anche solo insinuare il dubbio di una patologia psichiatrica”, ha detto, spiegando di comprendere la ragione per cui si chiede di indagare la mente dell’imputata e cioé dare una risposta alla domanda su come sia possibile pensare che una persona abbia uccida per due volte, a distanza di un anno, i due figli neonati. “Non c’è nulla nella cartella clinica del’imputata di psichiatrico o psicologico”, ha ribadito, sottolineando che nelle testimonianze si ricostruirà come le persone che la conoscevano descrivevano una “vita da ragazza modello”. La difesa ha ribattuto che lo psichiatra che l’ha seguita “fin da subito ha parlato di disturbo della personalità con stato dissociativo”.