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10/10/2025 ore 14.45
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Tregua a Gaza, Israele ritira le truppe: in migliaia tornano a casa. Netanyahu: «Hamas sarà disarmato»

Il cessate il fuoco dopo l'ok del governo israeliano. Per monitorare la tregua saranno impiegati anche 200 soldati Usa

di Emilia Canonaco

Primo giorno di tregua oggi a Gaza, dopo 735 giorni di guerra. Dopo l'ok del governo israeliano all'accordo con Hamas, è entrato in vigore il cessate il fuoco e le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno ritirato le truppe fino alle linee di schieramento concordate nel quadro dell'intesa. L'Idf manterrà il controllo di poco più della metà del territorio della Striscia, ovvero il 53%.

"Il Centcom ha confermato che le Forze di difesa israeliane hanno completato la prima fase di ritiro fino alla Linea Gialla alle 12 ora locale (le 11 in Italia, ndr). E' iniziato il periodo di 72 ore per il rilascio degli ostaggi", ha scritto su X l'inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff.

Secondo l'agenzia di stampa Afp, sono già migliaia i palestinesi che dal sud hanno iniziato a dirigersi verso Gaza City. In dichiarazioni alla stampa il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ringraziato "le forze di sicurezza israeliane che hanno difeso la nostra patria" e ha confermato che resteranno a Gaza fino al disarmo di Hamas. Restando nella Striscia, Israele "stringe Hamas da tutte le parti in preparazione delle prossime fasi del piano. Hamas sarà disarmato e Gaza sarà smilitarizzata", ha affermato. E ha aggiunto: "Se avverrà nel modo più facile, bene. Se non sarà così, allora, avverrà nel modo più difficile". Secondo il premier israeliano, "non dice la verità chi afferma che l'accordo per gli ostaggi è stato sempre sul tavolo". Hamas ha "accettato un accordo solo dopo aver sentito la spada puntata alla gola e dopo l'isolamento a livello internazionale senza precedenti arrivato con il piano Trump".

Netanyahu ha quindi ringraziato il presidente Usa per la sua leadership" e per il "piano per il rientro degli ostaggi". Ringraziamenti anche all'inviato di Trump, Steve Witkoff, e il genero del presidente degli Stati Uniti, Jared Kushner, "che hanno agito per rendere possibile questo piano, per realizzarlo". E ha promesso: ''Non mi arrenderò su nessuno'' degli ostaggi, ''nei prossimi giorni torneranno tutti a casa'', perché ''l'ho promesso alle famiglie'' ed ''è un obbligo e un dovere morale per noi''.

Un team negoziale israeliano composto da funzionari di medio livello resterà a Sharm el-Sheikh, in Egitto, per proseguire il lavoro sull'accordo basato sul piano Trump, dopo il via libera all'attuazione della prima fase dell'intesa. Lo ha indicato un funzionario israeliano al Times of Israel. "Subito dopo il rilascio degli ostaggi", l'attenzione si concentrerà sulla seconda fase dell'accordo, che include il disarmo di Hamas e la governance di Gaza, ha spiegato il funzionario.

Il ministero della Giustizia israeliano ha pubblicato l'elenco di 250 prigionieri che saranno rilasciati in cambio degli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza, in base a quanto prevede l'accordo con Hamas mediato dagli Stati Uniti. Nell'elenco non compaiono i nomi di importanti leader militanti palestinesi considerati simboli della resistenza e la cui liberazione è stata chiesta da Hamas. Tra i grandi assenti, i nomi di Marwan Barghouti, Ahmad Saadat, Hassan Salameh e Abbas al-Sayyed. Barghouti, condannato a cinque ergastoli per omicidio e considerato un terrorista da Israele, viene descritto dai suoi sostenitori come il "Mandela palestinese".

Donald Trump sarà lunedì in Israele: atterrerà all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv poco dopo le 9 di lunedì mattina, e sarà accolto con una cerimonia ufficiale: a rendere noti i nuovi dettagli sulla prossima visita del presidente degli Stati Uniti in Israele è l'emittente televisiva israeliana Canale 12.

Da lì, Trump si recherà direttamente alla Knesset a Gerusalemme per tenere un discorso prima dell'inizio della festività di Simchat Torah, che inizia lunedì sera. A riferirne è il Times of Israel.

La visita sarà breve, secondo quanto riferisce l'emittente. Dopo il discorso al parlamento israeliano, il presidente degli Stati Uniti tornerà all'aeroporto per la partenza. Se questo verrà confermato, Trump non avrà tempo di fermarsi nella Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv.

Gli Stati Uniti dispiegheranno un contingente di 200 militari in Medio Oriente per "supervisionare" il cessate il fuoco. Lo affermano alti funzionari statunitensi spiegando che l'ammiraglio Brad Cooper, capo del Comando Centrale delle forze armate statunitensi, "inizialmente avrà 200 uomini sul campo. Il suo ruolo sarà quello di supervisionare, osservare e assicurarsi che non vi siano violazioni". Del team dovrebbero far parte anche funzionari militari egiziani, qatarioti, turchi e probabilmente emiratini. Un secondo funzionario afferma che "nessuna truppa statunitense è destinata a entrare a Gaza". Una fonte vicina alla questione ha dichiarato al Times of Israel che le truppe statunitensi saranno probabilmente di stanza in Egitto, dove svilupperanno un centro di controllo congiunto e integreranno altre forze di sicurezza che lavoreranno a Gaza per coordinarsi con le forze israeliane ed evitare scontri.