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16/03/2025 ore 10.13
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Trump zittisce una storica emittente Usa antinazista. Libertà sempre più a rischio

La decisione dell’amministrazione Trump di interrompere il finanziamento a VOA e ad altre emittenti internazionali scatena critiche e allarmi a livello globale
di Redazione
Donald Trump

Sabato 15 marzo, Crystal G. Thomas, Direttore dell’Office of Human Resources presso la US Agency for Global Media (USAGM), ha inviato un’email ai dipendenti e giornalisti di Voice of America (VOA) comunicando il loro immediato congedo amministrativo. La storica emittente, fondata nel 1942 per contrastare la propaganda nazista e attiva in 47 lingue, si è vista sospendere le proprie attività, riducendo drasticamente la capacità del governo americano di comunicare con il pubblico internazionale attraverso radio, TV e contenuti digitali.

Oltre a VOA, il provvedimento ha colpito anche Radio Free Europe/Radio Liberty e Radio Free Asia, due emittenti che da anni operano in contesti dove la libertà di stampa è limitata o inesistente. Una decisione che, secondo molti osservatori, non sorprende: lo scorso 9 febbraio, Elon Musk aveva pubblicato un post su X chiedendo la chiusura di queste reti. L’intervento del miliardario alimenta l’ipotesi che dietro la mossa dell’amministrazione Trump vi sia una strategia mirata a ridimensionare la presenza mediatica federale all’estero.

Il direttore congedato di VOA, Michael Abramowitz, non ha ancora rilasciato dichiarazioni. Diversa la posizione di Steve Capus, presidente di Radio Free Europe/Radio Liberty, che ha definito la cancellazione delle sovvenzioni “un enorme regalo ai nemici dell’America”. Secondo Capus, la fine di queste emittenti rappresenterebbe un vantaggio per regimi autoritari come Iran, Cina, Russia e Bielorussia, lasciando milioni di persone senza accesso a informazioni affidabili.

Le ripercussioni della chiusura non sono solo mediatiche: alcuni giornalisti di VOA si trovano attualmente detenuti all’estero e rischiano di rimanere privi di qualsiasi supporto istituzionale. Reporter Senza Frontiere (RSF) ha espresso forte preoccupazione per la decisione, definendola una minaccia alla libertà di stampa globale e un colpo agli 80 anni di impegno americano nella tutela dell’informazione indipendente.

«RSF chiede al governo degli Stati Uniti di rispettare immediatamente l’autonomia di VOA e di annullare questa decisione» ha dichiarato il direttore generale Thibaut Bruttin, esortando il Congresso e la comunità internazionale a intervenire. Nel frattempo, cresce la preoccupazione per i giornalisti detenuti, mentre il mondo dell’informazione teme una nuova era di restrizioni e silenzi imposti per decisioni politiche.