Sezioni
26/01/2024 ore 16.55
Lavoro

Cosenza, Cgil a difesa dei rider: «Il governo non tutela i lavoratori»

I timori del sindacato per il blocco alla legge europea determinata dal voto sfavorevole di paesi come Francia, Italia e Ungheria
di Redazione

Lo scorso dicembre la legge europea a tutela dei Rider è stata bloccata dal voto sfavorevole di un blocco di paesi tra i quali la Francia, l’Italia e l’Ungheria di Orban. La direttiva, sostenuta dalla precedente Presidenza spagnola, sull’onda delle politiche della ministra del lavoro Yolanda Diaz, riconosceva tutele e diritti ai lavoratori sfruttati dalle piattaforme. Il provvedimento prevedeva la subordinazione in presenza di indici di mancanza di autonomia, a lavoratori costretti a girare in bicicletta, a ritmi serrati, comandati dagli algoritmi e pagati a cottimo con poche manciate di Euro.

«Ma l’Italia di Giorgia Meloni si è opposta al riconoscimento di diritti minimi, che non sono graditi ai grandi colossi economici, che fondano profitti di milioni e milioni di euro proprio sullo sfruttamento, sull’abbattimento dei costi del lavoro, sulla detassazione favorita dal neoliberismo e sulla concorrenza sleale alle piccole e medie imprese e agli esercenti locali, ormai strozzati dalle logiche di un mercato drogato». E’ quanto affermano in una nota i responsabili cosentini della Cgil e della Nidil Cgil, rammentando che ora c’è solo un mese di tempo, prima che il Parlamento europeo scada, per tentare un’intesa.

La posizione italiana, a loro avviso, «non è’ altro che un’ulteriore conferma dell’identità del Governo Meloni, incapace di tassare gli extra profitti e pronta invece ad ostacolare il percorso di tutela di lavoratori schiavizzati. Un Governo che spaccia l’aumento della precarietà (sono ormai oltre tre milioni i contratti a termine in Italia) per aumento dell’occupazione, che nega il salario minimo, ma favorisce l’evasione fiscale e che è pronta, con la legge delega del ministro Zangrillo, a negare ai lavoratori non solo diritti e rappresentanza, ma anche potere di contrattazione. Dopo la secessione dei ricchi tracciata dell’autonomia differenziata, continua la logica che guida questo Governo: favorire il dilagare delle disuguaglianze territoriali, economiche e sociali del Paese, contro cui siamo determinati a una forte mobilitazione di cittadini e lavoratori».