Morti sul lavoro, la riflessione del vicesindaco di Cosenza Maria Pia Funaro
di Maria Pia Funaro*
Mille. Anzi, oltre mille. Il bollettino del “crimine di pace” dei caduti del lavoro segna un altro tassello che dovrebbe pesare sulla coscienza dell’intera società italiana. Politica, istituzioni, imprese, sindacati. Mimetizzato da quasi due anni di emergenza Covid, il metronomo degli incidenti ha continuato con il suo ritmo inesorabile: tra gennaio e ottobre le denunce all’Inail di decessi sul lavoro hanno superato appunto la soglia dei mille casi.
Per l’esattezza 1.017 (-1,8%) e considerando che per il bilancio annuale mancano ancora i numeri di novembre e quelli (futuri) di dicembre, il 2021 continua a navigare ad alta velocità di rotta (nel 2020 i morti a fine anno sono stati 1280), con la compensazione tra minori casi per lo stop delle attività nel lockdown e aumento di quelli nella sanità. Insomma, una impietosa andatura di oltre 3 decessi al giorno, uno ogni 8 ore.
E se si considerano gli infortuni non mortali, il ritmo è altrettanto impressionante: uno ogni 50 secondi. Le denunce di incidenti totali presentate all’istituto sono state infatti 448.110 (+6,3% rispetto allo stesso periodo del 2020). In aumento le patologie di origine professionale, 45.395 (+24,0%).
I dati, però, trasformano vite spezzate in statistica, cercando di misurare l’incommensurabile. Il governo, a onor del vero, lo ha fatto: con il decreto che rafforza poteri e dotazioni dell’Ispettorato nazionale del lavoro e inasprisce le sanzioni alle imprese; con la obbligatorietà della Durc, cioè la valutazione di congruità per le aziende edili.
In Italia gli operai edili over 60 sono costretti ad arrampicarsi sui ponteggi dei cantieri perché, tra intermittenza dei contratti e lavoro nero, non riescono a raggiungere i contributi per la pensione. O se la raggiungono è troppo bassa. Così il boom dei cantieri per i vari bonus edilizi, ha fatto aumentare in misura esponenziale gli incidenti dei muratori “anziani”. Dietro ogni numero c’è un nome, sempre. Le statistiche sugli incidenti sul lavoro raccontano dati e percentuali, dietro ci sono storie. Famiglie, amici, città, luoghi. (*vicesindaco di Cosenza)