Pubblico impiego, ancora troppe carenze di personale. «Non c'è ricambio generazionale»
In tutta Italia dal 5 al 7 aprile prossimi, si terranno le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie (RSU) nel pubblico impiego, questo importante momento di democrazia, che investe in Calabria 127 mila addetti, non dirigenti, che operano nelle scuole, nelle regioni, nelle province, comuni, comunità montane, nel servizio sanitario e negli enti pubblici non economici (INPS, Inail, etc.), diventa l’ennesima occasione per delineare e denunciare una carenza di personale non più sopportabile.
«Facendo un raffronto, nella sola Provincia di Cosenza – si legge in una nota della Uil e Uilpa – con la precedente tornata elettorale del 2018, si evince come in alcuni uffici si sia verificata una riduzione del personale di circa il 30% basti guardare agli uffici dell’Agenzia delle Entrate di Cosenza dove da un numero di 330 unità di personale aventi diritto al voto del 2018 si è scesi a 241 del 2022, circa il 27% in meno di personale. Altro ufficio dove si registra una diminuzione di personale così numerosa è la Direzione Provinciale INPS di Cosenza dove da 326 unità aventi diritto al voto si è scesi a 250 unità di personale un altro 23% in meno.
Ancora più delicata la situazione del Ministero dei Beni Culturali, al Polo Museale della Calabria da 237 unità si è scesi a 91 circa il 61% in meno così come anche alla Soprintendenza delle Belle Arti di Cosenza da 137 unità si è scesi a 42 unità di personale il 70% in meno. Non stanno meglio al MEF, infatti sia la Commissione Tributaria Provinciale che la Ragioneria Territoriale dello Stato di Cosenza hanno visto diminuire rispettivamente da 26 a 18 e da 62 a 36 le unità di personale, il 30 e il 41% in meno. Il personale rimasto in servizio ha visto rimanere immutati i carichi di lavoro, se non addirittura aumentati, in virtù di nuove competenze, e tutto questo non ha fatto altro che gravare sui servizi forniti all’utenza, sull’efficienza e sulla celerità nelle risposte, in una provincia, come è quella di Cosenza, che con 155 Comuni è una delle più grandi d’Italia.
Uffici dove nel corso degli anni non vi è stato un ricambio generazionale, l’età anagrafica media è sui 56 anni, e che nemmeno lo avrà con il recente concorso che nei prossimi mesi vedrà assunti 2700 unità di personale in tutta Italia, ma solo poche unità destinate agli Uffici pubblici di Cosenza. Il ministro Brunetta con i suoi attacchi allo smart working continua nella sua battaglia denigratoria nei confronti dei dipendenti pubblici mentre nasconde la realtà all’opinione pubblica, non è lo smart working che provoca la lentezza delle risposte all’utenza o i disguidi che si verificano giornalmente agli sportelli, tutto ciò è dovuto solo ed esclusivamente alla carenza di personale in cui versano gli uffici della pubblica amministrazione. In una Regione dove i giovani sono costretti ad emigrare in cerca di lavoro basterebbe fare dei concorsi su base distrettuale per prevedere delle assunzioni mirate».