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04/01/2022 ore 12.16
Lavoro

Vertenza San Bartolo, i sindacati: «Domani 51 lavoratori saranno licenziati nel silenzio assoluto delle istituzioni»

Il grido di Cgil, Cisl, Uil, Usb e Snalv: «La società ha confermato di non essere disponibile a fare passi indietro, la Regione Calabria non ha fatto nulla di concreto»
di Redazione

«Il 2022 a Cosenza si apre nel segno della crisi sociale». Esordisce così il comunicato dei sindacati impegnati nella vertenza delle cliniche San Bartolo-Misasi, al centro della quale c’è il licenziamento di 51 lavoratori. «Il prossimo 5 gennaio – sottolineano – si terrà l’ultimo incontro tra le scriventi organizzazioni sindacali e i vertici della società San Bartolo, di proprietà del gruppo Igreco, nel quale si sancirà il licenziamento di 51 lavoratori e lavoratrici. La società ha confermato, infatti, di non essere disponibile a fare passi indietro. La Regione Calabria nonostante le interlocuzioni e le richieste di intervento, al momento, non ha prodotto nessun atto concreto utile a scongiurare i licenziamenti». A scriverlo sono Susanna De Marco (Uil Fpl Cosenza), Teodora Gagliardi (Fp Cgil Cosenza), Pierpaolo Lanciano (Fp Cisl), Ferdinando Gentile (Usb Lavoro privato), Antonio Lento (Snalv Confisal).

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«La situazione – aggiungono – è stata portata all’attenzione della terza commissione Sanità della Regione Calabria, con una richiesta di convocazione urgente, rispetto alla quale si rimane in attesa di un positivo riscontro. Decine tra ausiliari, portieri, oss e tecnici di laboratorio, molti dei quali monoreddito, si troveranno senza posto di lavoro e le loro famiglie private della possibilità di vivere dignitosamente». 

«In un momento di drammatica crisi sanitaria, in cui bisognerebbe assumere operatori e riaprire e potenziare le strutture esistenti – concludono –, in Calabria si permette a strutture private convenzionate di licenziare nel silenzio assoluto delle istituzioni del territorio. Come Oo.Ss. ci batteremo fino in fondo affinché si trovi una soluzione che tuteli i lavoratori e le lavoratrici».