Consorzio Valle Crati, «l'egoismo "pericoloso" di Max Granata»
Nella missiva si fa riferimento al fatto che il presidente non intende convocare l’assemblea e «non concede l'accesso agli atti al Comune di Carolei»
Riceviamo e pubblichiamo la lettera del signor Ruggero Leone.
Non basta fin qui una sentenza del tribunale di Cosenza. Nemmeno la presa d'atto di poter contare solo sul 7% del voto ponderato dell'assemblea dei sindaci (sono 25). Figurarsi poi se poteva bastare una richiesta di accesso agli atti o magari una interrogazione parlamentare in sede europea. Niente di niente.
Lui, al secolo Max Granata ma per pochi intimi Max, continua a vivere in modalità "repubblica delle banane" il suo rapporto con se stesso, cioè con la presidenza del consorzio Valle Crati. Progettone consortile tra 25 sindaci e un concessionario unico al fine da collettare quanto più possibile la depurazione dell'immensa area urbana di Cosenza. Idea top, ma con un "problema" grande quanto il comprensorio. Il presidente Valle Crati, appunto. Che nessuno vuole più al vertice del consorzio e non da oggi. Ed è qui, sostanzialmente per questo, che Max inizia un percorso da psicodramma con le regole democratiche che reggono il gioco. Peraltro provando a ribaltare sistematicamente la frittata.
La sentenza del Tribunale lo rende di fatto abusivo al vertice del consorzio. E lui si inventa una iperbolica chiave di lettura. Il Comune di Carolei chiede da mesi accesso agli atti. Lui lo nega, si appella alla trasparenza universale delle procedure e ai principi di legalità e annuncia al contrario una sua simile iniziativa. Imbratta ogni giorno il web con pensieri di amore per la terra e di lotta contro le perversioni e non fa sistematicamente l'unica cosa che dovrebbe fare chi, per davvero, tiene alle sorti della propria comunità. Convocare l'assemblea e chiedere ai sindaci un voto di fiducia. Sa cosa lo aspetta e per questo fugge ed è lui che persino denuncia una crisi di governance.
E, per di più, non fa concedere al Rup il via libera definitivo al piano degli interventi che giace da più di un anno dalle sue parti. Con i circa 50 milioni per il riammodernamento della rete fognaria bloccati - si è in infrazione Ue - e il rischio di perdere il finanziamento.
Ma a cosa sta giocando Max? Chi è davvero con lui dal momento che pure la Cittadella pare lo abbia scaricato? Perché tutti questi conflitti con la legalità e con le regole del gioco?
Qualcuno abituato a pensar male sussurra che non molla la presa per 3mila euro al mese circa di ragioni. Arrotondati per difetto. Un po’ poco per il resto della compagnia che fanno risiedere altrove le vere ragioni. Più vicine allo psicodramma che alla ragione.