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13/11/2023 ore 19.30
Lettere e Opinioni

#Ioleggoperché, Barbara Gagliardi: «Vi racconto l'esperienza innovativa vissuta dai miei alunni»

«Le statue, con il loro significato e il loro valore, sono diventate le tappe di presentazione dei lavori realizzati dalle mie classi» scrive la docente
di Redazione

di Barbara Gagliardi

Per il secondo anno consecutivo, svolgo l’incarico di referente unico dell’ufficio stampa della scuola in cui presto servizio e, finora, sebbene i miei articoli siano stati sempre arricchiti con molti riferimenti ad opere letterarie che elaboro durante le mie lezioni come risultato di studi e riflessioni personali, non mi sono mai concessa la possibilità di parlare in modo diretto delle idee che porto sul campo e che amo condividere con i miei alunni tra le mura delle aule che ci ospitano, ma anche in altri contesti.

Quest’anno, però, per #ioleggoperchè, ho avuto un’idea che vorrei mettere in evidenza per dare, tra l’altro, suggerimenti e spunti anche in vista delle edizioni che seguiranno: ho scelto, insieme ai miei alunni, la libreria Feltrinelli di Corso Mazzini e, la sua favorevole collocazione, mi ha suggerito di approfittare del museo a cielo aperto che arricchisce il corso principale della città di Cosenza per trasformare l’incontro in un evento “itinerante”. La libreria scelta è stata, pertanto, solo un punto di partenza, ma, poi, l’attività si è spostata all’esterno e le statue, con il loro significato e il loro valore, sono diventate le tappe di presentazione dei lavori realizzati dalle mie classi.

Ogni intervento, dei vari alunni, è stato sottolineato da un accompagnamento musicale con la chitarra o da intermezzi di ensemble di voci, chitarre e clarinetti. I protagonisti sono stati, pertanto, i libri da donare, ma anche i libri già letti, i modi in cui sono stati presentati durante l’itinerario, i parallelismi e le conseguenti riflessioni, frutto del lavoro dedicato alla lettura e al suo potere di significati e modelli di esperienza. La classe III D ha presentato un lavoro sul romanzo Moby Dick di Herman Melville alla cui lettura, data la complessità dell’opera, si sta dedicando già dall’anno scorso. Non è stata elaborata una semplice trama, ma attraverso un video Yuo Tube, interamente realizzato dagli alunni, è stato sviluppato un paragone tra il capitano Achab, protagonista del romanzo, e l’Ulisse dantesco. Dante e Virgilio, nel’ XXVI canto dell’Inferno, incontrano Ulisse il quale, in una fiamma biforcuta, arde e brucerà per l’eternità al fianco di Diomede: l’inganno del “cavallo di Troia” e di tutte le astuzie perpetrate nel corso della sua esistenza, condannano, il re di Itaca, all’ottava bolgia, tra i fraudolenti.

Qui, l’eroe acheo, descrive anche come è morto: nello sfidare l’ultimo “gigante”, tanto grande quanto affascinante, “l’ignoto”, si spinse oltre le colonne d’Ercole e, avvistata la “montagna”, “bruna per la distanza”, del Purgatorio, venne risucchiato da un vortice marino che lo trascinò, negli abissi, insieme alla sua “compagna picciola”, i pochi uomini che, con lui, si spinsero oltre quel limite che non era consentito sapere. Non sempre si vince contro i giganti sebbene, Ulisse, avesse già sconfitto un gigante vero, Polifemo, il ciclope accecato e raggirato dalla temibile métis del learziade, abilità simile a quella del racconto biblico in cui, il re Davide, armato solo di una fionda, scaglia una pietra e uccide, con un colpo in fronte, il gigante filisteo Golia, scena magistralmente rappresentata, anche in pittura, attraverso il capolavoro di Caravaggio.

Sebbene forte di esser sopravvissuto al ciclope, figlio di Poseidone, e ai tentativi di vendicarsi del potente dio e padre che scatenava continue mareggiate provocando terribili naufragi, Ulisse, sopravvive sempre finché, nel racconto dantesco, non sfida “l’ignoto” e, la sua temerarietà, lo rende vittima di un dramma nautico. La stessa sorte, per ragioni diverse, tocca al capitano Achab del romanzo Moby Dick: mosso dalla vendetta contro il gigante marino, la balena bianca, colpevole di avergli strappato una gamba, diversi anni prima, affronta un lungo viaggio con alcuni uomini. La caccia dura tre giorni, ma la nave, viene speronata e affonda. Achab, con un rampone, aggancia il mostro, ma resta impigliato alla fune e trascinato a fondo con l’equipaggio.

Solo Ismaele si salva aggrappandosi ad un relitto. Esposti i contenuti del video Yuo Tube, è stata la volta degli alunni di I e II D che, nella metafora della volontà di “diventare grandi con un libro”, hanno parlato del cibo come punto focale di diverse opere letterarie: il cibo serve per crescere, ma è anche lo snodo di tanti episodi che hanno fatto la storia della letteratura internazionale e nazionale a partire da quelli narrati nell’Iliade in cui, Achille, nel rispetto delle leggi dell’ospitalità, sacre nel mondo antico, offre cibo al suo nemico Priamo, re di Troia, che supplicava, al cospetto del re dei Mirmidoni, la restituzione, poi concessa, del corpo straziato del figlio Ettore a quelli dell’Odissea; non solo nella già citata impresa contro Polifemo, stordito dal vino per portare a compimento la volontà di accecare l’unico occhio del gigante, simbolo dell’ottusità di chi guarda attraverso un’unica prospettiva, ma anche quando si parla dell’ambrosia di Calipso e dei frutti dell’orto, nella terra dei Feaci.

Dalle opere classiche, gli alunni di II D, hanno sviluppato “la metafora del crescere cibandosi di libri” con una carrellata di citazioni, dal Decameron di Giovanni Boccaccio all’assalto ai forni, per l’assenza di cibo, nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni fino alle “Le Golose” di Guido Gozzano, a “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa; al Manifesto dei Futuristi di Tommaso Marinetti, in cui si proclama l’abolizione della pastasciutta, indicata come la causa dell’indolenza del popolo italiano; al piatto di lumache del “Barone rampante” di Italo Calvino, espediente della ribellione adolescenziale del protagonista, Cosimo, che resterà a vivere nella dimensione parallela dei rami del bosco per il resto dei suoi giorni o ai profumi del “Palomar”, sempre di Italo Calvino, in cui, una bottega parigina di formaggi, evoca forme che ricordano i prati e gli odori della Provenza.

L’itinerario si è concluso sotto la statua di Giorgio de Chirico che rappresenta, in una suggestiva scultura, l’ultimo abbraccio tra il principe troiano, Ettore, e la moglie Andromaca, prima del duello con l’aristos achaiòn, Achille, “il migliore tra gli Achei”: a raccontarci dell’episodio sono state due alunne della I D che hanno chiuso l’itinerario letterario con la stessa opera argomentata e citata dai compagni di I e II D.