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20/08/2025 ore 17.58
Lettere e Opinioni

Morte di Serafino Congi, Mario Oliverio: «A che punto è l’indagine della magistratura?»

L’ex presidente della Regione si rammarica per non essere presente oggi a San Giovanni in Fiore in occasione della presentazione dell’associazione creata in nome del giovane morto qualche mese fa a causa dei soccorsi tardivi: «La vita dei calabresi non vale come quella di un veneto»

di Emilia Canonaco
IMAGOECONOMICA

Mario Oliverio ha scritto alla moglie e ai genitori di Serafino Congi che oggi hanno presentato a San Giovanni la costituzione dell'Associazione #Siamo tutti Serafino nel segno di Antigone. Di seguito il testo integrale della missiva:

Antigone resta eterna e Serafino attraverso la reazione di dolore é destinato a restare un simbolo capace di attraversare il tempo. I caduti si possono ricordare in tanti modi e questa associazione é un simbolo. Plasmato dai sentimenti di chi lo ha amato, dal dolore di chi lo ha cresciuto, che lo ha guidato nei suoi primi piccoli passi. Un simbolo a cui potranno dare un importante contributo anche le sue figlie. 

È uno strumento di lotta quest’associazione, una lotta che in altre parti del Paese non c’è bisogno di fare. E questa è una lotta che non dovremmo dover fare se i Governi di questo Paese fossero stati onesti con la Calabria. Ma così non è stato. Siamo costretti a combattere per pretendere che proprio questa Nazione, quella che ha concepito il Servizio Sanitario Nazionale, un capolavoro di diritto sociale, prenda atto che la vita dei calabresi vale quanto quella di un veneto. Nella provincia di Verona quello che è successo a Serafino non sarebbe accaduto. Non sarebbe successo neanche a 60 km da Bologna.

Il servizio di emergenza/urgenza in Calabria è assolutamente inadeguato. A San Giovanni in Fiore ha fallito. Ha fallito anche ad Amaroni, portando Carlotta a morire tra le braccia del padre. Ha fallito tante altre volte ancora, dopo la morte di Serafino. Eppure non si è mosso nulla, niente è stato fatto per rendere efficiente e tempestivo il servizio di emergenza urgenza e per evitare il ripetersi di simili tragedie.

Anche delle iniziative annunciate per fare luce sulla drammatica vicenda, a distanza di otto mesi, non si sa nulla. Che fine ha fatto l’indagine interna all’ASP di Cosenza? A che punto è l’inchiesta disposta dai magistrati? Ci aspettiamo di trovarla al nostro fianco, la magistratura, quella che indossa le stesse vesti antiche e sacre di Antigone. Quella che sta dalla parte dei diritti e dei doveri. La famiglia, la comunità di San Giovanni in Fiore e della intera Calabria attendono Giustizia! Hanno diritto di sapere!

La drammatica vicenda di Serafino, così come quella di Carlotta, non possono essere assorbite nella nebbia o dal distacco che produce indifferenza, lasciandole al dolore insanabile delle famiglie. Perché non si ripetano mai più bisogna reagire, combattere perché anche in Calabria siano garantiti i diritti costituzionali alla pari dei cittadini delle altre regioni.

Non posso essere oggi di persona a San Giovanni in Fiore, ma ci tengo a ricordare quali sono le radici della nostra comunità. Non ci può essere spazio per alcuna rassegnazione. Nessuno pieghi la testa! Nessuno taccia per paura.

La nostra comunità ha un cuore forte e pulsante e non abbiamo mai avuto timore di scendere in campo per pretendere l’affermazione dei nostri diritti. Io sono con voi, come sono sempre stato. Per dare un contributo ad una battaglia vitale per la nostra comunità. Per rendere giustizia a Serafino che ho conosciuto ed ho avuto vicino nel mio impegno istituzionale alla guida della Provincia. Sono al vostro fianco per ricordare chi siamo e da dove veniamo.