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03/10/2025 ore 15.57
Lettere e Opinioni

Un gatto ferito non vale una fermata, quanta indifferenza sulle strade di Cosenza

Era stato investito in corso Umberto e nessun automobilista si fermava a soccorrerlo, ma per fortuna il lieto fine è arrivato grazie all’intervento di alcuni passanti 

di Lettera firmata

Salve, nei limiti che mi sono concessi (non posso esporre troppi dettagli perché non ho consultato le altre parti interessate prima di inviare questa lettera) vorrei riportare quanto successo la sera dell'1 ottobre, alle 19:00 circa, lungo Corso Umberto I, nella fattispecie all'incrocio con Via Vittorio Veneto.

Passavo per puro caso (non sono un autoctono, ho partecipato ad un evento all'Università della Calabria e ho deciso di fare un giro nel centro storico prima di rientrare nel mio comune di residenza, in un'altra provincia) e svoltando a sinistra ho notato un gatto ferito praticamente al centro della strada, con mezzi (macchine, autobus) che gli passavano a fianco a velocità non proprio moderata. Dalla prospettiva di chi scendeva da Piazza della Riforma e relative vie traverse, il gatto era alla sinistra del lato guida, dunque ben visibile.

Chi è passato è rimasto per la massima parte totalmente indifferente alla scena, tant'è che mi sono materialmente piazzato davanti al gatto ferito mentre ero al telefono per cercare soluzioni. Altre persone, loro per fortuna del posto, cercavano e trovavano soluzioni nelle immediate vicinanze. Per chi come me arrivava da Via Vittorio Veneto c'era il rischio concreto di investire il povero micio, visto il poco margine di manovra e la velocità delle macchine. Sono convinto, soprattutto ora che riesco a rielaborare il tutto "a freddo", che se non l'avessi fatto l'avrebbero investito di lì a poco.

Posso capire la "fretta" nel tornare a casa dopo una giornata di lavoro, o una fretta derivante da motivi di altra natura, ma mi ha fatto veramente impressione l'indifferenza pressoché totale di tanti autisti - con annesse lamentele - nonostante sull'asfalto ci fossero vistose macchie di sangue. Altre persone mi hanno raggiunto e questo ha (per fortuna!) portato qualcuno a rallentare un po', dato che non era più possibile rimanere indifferenti rispetto a 4-5 persone.

Due di loro sono riuscite a mettersi in contatto con un ambulatorio veterinario, disponibile ad accogliere il gatto per curarlo, e ho lasciato il mio contatto personale per avere notizie nella speranza che fossero buone. Quello che hanno fatto merita davvero un plauso. Le buone notizie sono arrivate dopo, quando ho appreso che il gatto era in salvo e che sarebbe tornato alla sua famiglia.

È vero che viviamo in un'epoca estremamente complicata per quanto riguarda l'empatia e la sensibilità, e ciò si manifesta soprattutto nei confronti delle notizie che arrivano da lontano e che lasciano molti indifferenti. Però, per essere indifferenti anche di fronte a ciò che abbiamo davanti e che vediamo coi nostri stessi occhi, vuol dire che è stata superata una triste soglia.