Azienda Ospedaliera Universitaria di Cosenza, Katya Gentile: “Un azzardo incostituzionale”
«La proposta di legge per l’istituzione della nuova Azienda Ospedaliera Universitaria di Cosenza è un azzardo politico, per giunta incostituzionale». Lo afferma con decisione Katya Gentile, Presidente della VI Commissione Consiliare del Consiglio regionale della Calabria, annunciando il proprio voto contrario in Aula.
«Nel sistema sanitario regionale calabrese – spiega Gentile – che si fonda sul modello hub-spoke, l’Azienda ospedaliera di Cosenza rappresenta l’hub più grande della Calabria, servendo un bacino di circa 670 mila utenti. Eppure, ad oggi, i dati restano sconfortanti: liste d’attesa interminabili, una rete dell’emergenza-urgenza inefficace, e livelli essenziali di assistenza che faticano a raggiungere la sufficienza in modo omogeneo. A ciò si aggiunge l’emigrazione sanitaria passiva, che costringe tanti calabresi, anche per patologie di lieve entità, a curarsi fuori regione».
Ma il cuore della contestazione è di natura costituzionale. «Al netto delle criticità già presenti – dichiara Gentile – ritengo che la proposta in discussione presenti profili di evidente illegittimità: per istituire una nuova azienda ospedaliera universitaria è indispensabile un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che al momento non esiste. Procedere senza questo atto sarebbe una forzatura che espone la Regione a rischi giuridici concreti».
Secondo la Presidente della VI Commissione, si sta tentando di costruire un policlinico universitario «sulla carta», senza i presupposti minimi. «In altre regioni, l’istituzione di una AOU nasce dall’integrazione tra due solide realtà preesistenti, una universitaria e una ospedaliera. Ma nel caso di Cosenza – chiarisce – si cerca di unire un ospedale civile già in difficoltà con una neonata facoltà di medicina dell’Unical, innovativa ma ancora priva perfino di una vera e propria scuola di medicina. Non ci sono i requisiti tecnici né accademici. Come dire che due zoppi, anche insieme, non possono correre».
Gentile mette in guardia da quella che definisce una “fascinazione per il nome”. «La locuzione “policlinico universitario” – precisa – non è di per sé garanzia di eccellenza. Anzi, oggi l’Università della Calabria, pur nel grande sforzo avviato, ha potuto assumere solo pochi professori di rilievo internazionale, cooptando in parte gli attuali primari ospedalieri che, impegnandosi nell’insegnamento, sottraggono inevitabilmente tempo al loro incarico clinico».
La consigliera regionale fa anche riferimento alle recenti indagini giudiziarie che coinvolgono alcune assunzioni sospette all’interno dell’ospedale. «Non possiamo ignorare l’inchiesta che ha acceso i riflettori su un presunto aggiramento delle procedure concorsuali, con professori universitari privi dei requisiti per diventare primari che sarebbero stati assunti direttamente in virtù di un accordo siglato da Regione, Unical e Azienda ospedaliera. Oltre al profilo giudiziario – aggiunge – queste scelte incidono sulla qualità della dirigenza medica e, in ultima istanza, sull’assistenza sanitaria ai cittadini».
Infine, un monito amaro: «Siamo in una regione commissariata da quasi vent’anni, che fatica a garantire i livelli minimi di assistenza. Un’operazione così improvvisata, figlia più di scorciatoie politiche che di programmazione seria, rischia di distruggere quel poco di buono che, con grande sacrificio, il personale medico e sanitario continua a mantenere in piedi. Il mio voto sarà contrario, perché oggi la priorità non è inseguire sogni a occhi aperti, ma ricostruire credibilità e qualità nella sanità calabrese, partendo dai fatti e non dagli annunci».