Caruso: «No a paragoni tra elezioni politiche e amministrative. Bruno Bossio fuori è un danno per Cosenza»
Giorni caldi per Franz Caruso, a partire dal periodo di campagna elettorale appena concluso. Ieri il duro confronto con dipendenti e vertici dell’Amaco a Palazzo dei Bruzi, all’orizzonte il consiglio comunale dove presenterà la delibera di giunta sullo schema di bilancio ’22-’24 che prevede una procedura di riequilibrio pluriennale. «Non so se tecnicamente si possa parlare di predissesto – dice -. È un’operazione decennale che permetterà a Cosenza di riportare in equilibrio sostanziale il bilancio e non solo dal punto di vista contabile».
Sindaco, si andrà ben oltre la scadenza naturale del suo mandato.
«Era impossibile portare i 24 milioni di disavanzo dell’ultimo esercizio nei prossimi tre anni. Con questa operazione, mettiamo nero su bianco una mia chiara volontà».
Quale?
«Di presentare bilanci veri, senza alchimie».
La cinghia si stringerà ancora di più, che settori ne risentiranno maggiormente?
«E’ un problema. I servizi primari ed essenziali vanno garantiti e lo faremo. Ad ogni modo non era nostra intenzione mettervi mano. Alcuni i tagli, invece, stanno già interessando le spese superflue, poi toccherà inevitabilmente agli investimenti».
Dalle elezioni il centrosinistra ne esce male…
«Rispetto al resto della Calabria, la nostra città e la nostra provincia hanno retto. L’andamento negativo del voto è stato più contenuto».
A Cosenza vola il Movimento Cinque Stelle, la coalizione di cui fa parte è arrivata terza.
«Il dato non va posto come elemento di valutazione per la mia amministrazione: non ci può essere assimilazione tra amministrative e politiche. Lo dimostra il fatto che il M5S è risultato oggi il primo partito in città e che nel 2018 lo fu con percentuali ancora maggiori. Nel 2021, invece, non ha eletto nemmeno un consigliere quando i cittadini furono chiamati alle urne per le comunali».
È d’accordo nel dire che la mancata elezione di Bruno Bossio sia stata una doccia fredda per l’alleanza di cui fa parte?
«Rappresenta un danno per il nostro territorio. Perdere una rappresentanza importante alla Camera è sempre negativo. Lei, inoltre, è stata sempre una deputata molto presente e partecipe alla vita del Parlamento, oltre che un mio punto di riferimento nel primo anno di gestione del Comune di Cosenza».
Caruso, chi ha colpe?
«La legge elettorale, è la peggiore dal dopo guerra. L’ho sempre detto che non va bene e che non si doveva andare al voto in una situazione simile di crisi. Il Rosellatum ha presentato un conto troppo salato al nostro territorio e a Cosenza in particolare».
Lei è segretario provinciale del PSI, che non avrà rappresentanza a Montecitorio.
«Purtroppo è la seconda volta che accade. La prima volta si verificò nel 2008 quando il segretario del Pd Walter Veltroni, anziché ratificare con noi un accordo elettorale già chiuso, preferì farlo con Di Pietro. Andammo alle urne con dignità e in autonomia, ma non eleggemmo nessuno. Ma torniamo al discorso della legge elettorale sbagliata. Io sono per il proporzionale, qualunque forma gli si voglia dare».
Prima del voto aveva scartato l’ipotesi di un rimpasto in giunta. Conferma?
«Assolutamente sì. Non c’è alcuna necessità di mescolare le carte. Quando presentai la squadra di governo, ho detto che avevo scelto i candidati più votati. Fu la città, pertanto, a caricare loro di responsabilità. Ho garantito a tutti la permanenza in giunta per 5 anni, chiaramente laddove non ci fossero situazioni particolari capaci di comportare rivisitazioni del criterio».