Capalbo: «Il tema del rinnovamento non è più prorogabile nel Partito Democratico»
Il sindaco di Acri, 5364 preferenze alle ultime Regionali, rilancia uno dei temi più caldi in seno ai democrat e manda un avviso di sfratto alla Succurro: «Porremo subito il tema dell’incompatibilità in Provincia»
Una buona affermazione personale, un terzo posto molto più che dignitoso e «senza il sostegno di nessun grande elettore». Pino Capalbo, sindaco di Acri, analizza il suo risultato alle ultime Regionali e approfondisce i temi che aveva accennato prima del voto. In primis l’opposizione ferrea al presidente Roberto Occhiuto, poi però apre il fronte interno al Partito Democratico. Già in occasione della presentazione delle liste, salendo sul palco, parlò tra lo stupore dei presenti di una necessità impellente: il rinnovamento interno.
Oggi la rilancia, evidenziando che ha prevalso «una logica di conservazione autoreferenziale» che ha portato ad una sconfitta sonante per il centrosinistra. Da consigliere provinciale, inoltre, invia il primo avviso di sfratto a Rosaria Succurro che lascerà la carica per accomodarsi tra gli scranni di Palazzo Campanella. Il primo pensiero, però, vola all’ex numero uno dell’Inps.
Capalbo, ha ottenuto un ottimo risultato alle Regionali. Terzo posto in una lista come quella del Pd storicamente competitiva. Prevale più la delusione per l'elezione sfiorata o la soddisfazione per le preferenze ottenute?
«Prevale anzitutto la delusione per la mancata elezione di Pasquale Tridico alla presidenza della Regione Calabria. Sarebbe stato un ottimo presidente di regione ed insieme avremmo fatto ottime cose. Il mio risultato personale invece è stato straordinario e gratificante per come è cresciuto tra le persone e senza il sostegno di nessun grande elettore! 5364 persone hanno creduto in me. Sono tante. Per me oggi sono la conferma della buona posizione politica che prima e durante la campagna elettorale sono riuscito a mettere in campo…».
Durante la presentazione dei candidati lei disse, a sorpresa, che il Pd aveva necessità di un avvicendamento della classe dirigente. Dichiarazione coraggiosa, non trova?
«Esattamente, la sua domanda contiene implicitamente la mia risposta. Avevo posto un tema, quello del rinnovamento o dell’avvicendamento come sostiene lei, non per un capriccio o per una mera valutazione di comodo. Ma perché avevo colto che quella del cambiamento era una domanda vera che proveniva dalla base del nostro elettorato. Il mio risultato personale è stato straordinario come dicevo proprio per questa ragione. E’ stato una conseguenza della corretta lettura della politica. Dispiace che alcuni dirigenti di partito non lo abbiano compreso e che lo abbiano voluto leggere con una logica di conservazione autoreferenziale. Spero almeno adesso che se ne facciano una ragione».
Chi l'ha delusa maggiormente in questa campagna elettorale?
«Guardi, non è un fatto personale. Smettiamola tutti con queste letture che non aiutano e non fanno crescere. Certo, non lo nego, mi sarei aspettato che alcuni cogliessero fino in fondo l’opportunità che veniva offerta dalla proposta politica della mia candidatura. Quando in passato si è trattato di farlo, non mi sono mai tirato indietro ed insieme a tanti compagni e compagne ho contribuito ai successi personali di tanti dirigenti. Non mi pento di averlo fatto ed oggi a maggior ragione. Speriamo che presto possano nuovamente tornare livelli di lealtà e generosità che servono alla politica e che tutti, ma proprio tutti, siamo chiamati a praticare.
Perché Occhiuto ha sfiorato il 60%?
«Perché Occhiuto giocando d’anticipo ha portato all’incasso elettorale una vicenda politica che poteva complicarsi per lui e per la sua coalizione. Ha azzardato al momento giusto ed ha vinto.
Detto questo, non condivido la sua azione politica e penso che dalla opposizione si lavorerà per smontarla sul piano politico e programmatico».
Come pensa di portare avanti le sue istanze da uomo del Pd in seno al partito? Parlerà con Lettieri e Irto?
«Come ho fatto sempre, da uomo di sinistra che crede nei valori della sinistra e da uomo delle istituzioni che crede fortemente nei principi della buona politica. Parlerò con tutti, come ho sempre fatto. Lo farò con chi ha voglia di impegnarsi e di lavorare per accrescere il consenso del Pd nella società calabrese».
A breve le elezioni Provinciali, che idea ha Capalbo?
«Penso che dovremmo immediatamente porre il tema della incompatibilità di Rosaria Succurro alla guida della Provincia di Cosenza. Dobbiamo subito “notificarle” il dato politico della sua elezione in consiglio regionale. Non si può generare un vuoto istituzionale e soprattutto per questa ragione personalmente lavorerò da subito insieme a tutti gli altri amministratori del centro sinistra e del PD per mettere in campo una alternativa credibile alla fallimentare esperienza del centrodestra alla guida della Provincia. È tempo di rimboccarci le maniche e lavorare. Le elezioni regionali, per ora, sono alle spalle».