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21/05/2023 ore 20.00
Politica

Città unica, Giudiceandrea: «Quello del centrodestra è uno specchietto per le allodole»

L'ex consigliere regionale fu promotore della legge per la fusione di Casali del Manco
di Massimo Clausi

Più che una discussione è un vero e proprio scontro fra centrodestra e centrosinistra. Tutti concordano sulla necessità di un accorpamento fra Cosenza, Rende e Castrolibero. Il come arrivare però alla fusione è tema dibattuto, oggetto di due iniziative legislative di segno diverso da parte della maggioranza e dell’opposizione in consiglio regionale. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Giudiceandrea che da consigliere regionale fu promotore della legge per la fusione di Casali del Manco.

Avvocato, Lei sarà certamente favorevole alla fusione fra Cosenza, Rende e Castrolibero…

«Credo che sia una delle più grandi sciocchezze che possano pensarsi, e tremo alla sola idea della creazione di un moloch senza testa e senza teste in grado amministrarlo. Le città di Rende e Cosenza (Castrolibero per le sue sufficienti dimensioni molto di meno) già soffrono enormemente le difficoltà connesse all’ ingovernabilità del territorio più vasto. Immagini direttore quanta attenzione presterebbe alle lontane contrade di Arcavacata un Sindaco allocato e concentrato su Piazza dei Bruzi o, viceversa, quello arroccato nella città vecchia di Rende quanto tempo impiegherebbe a tappare una buca a Sant’Ippolito o Donnici superiore».

Secondo questo ragionamento non si dovrebbe procedere a fusioni fra grandi comuni, ma solo fra piccole comunità…

«L’esempio di Corigliano – Rossano dovrebbe essere di monito. Non e’ la misurazione della grandezza del “bacino” da governare,  a migliorare la governabilità di un territorio. E se la fusione la si pensa per via del raddoppio delle entrate di cassa per 10 anni previsto dalla Legge Del Rio, vuol dire che non abbiamo capito niente: i dieci anni passano, i soldi finiscono e le tre città, ahimè’ sarebbero poi da rifondare».

Casali del manco è una fusione riuscita, invece? 

«Casali del manco è’ una fusione che non aspettava altro che avvenire, un po’ come quelle statue che vivono già nel blocco di marmo… ha presente?  Cinque piccoli comuni che già intersecavano strade, cimiteri, condividevano scuole e servizi non potevano che andare verso la fusione. Un anno di commissariamento e cinque anni di rodaggio però hanno minato persino la credibilità della fusione e sono sicuro che oggi il referendum avrebbe un esito diverso, magari vincente, ma non con quelle maggioranze».

Castrolibero rischia la fine di Spezzano piccolo?

«Spezzano piccolo ebbe a soffrire la scelta dell’intero bacino degli elettori che voto’ ampiamente per il si. Nessuno si sognò all’epoca di non sottoporre la legge all’obbligatorio referendum consultivo. A Castrolibero, nel caso il suo consiglio comunale dovesse dire si al progetto di fusione, (come invece fece il consiglio comunale di Spezzano piccolo) ma ne dubito, basterà fare attenzione a come verrà posto il quesito agli elettori : ogni cittadino di ogni paese dovrà votare se vuole fondersi con gli altri due, e non porre un quesito generico dove si chiede se si voglia o meno la fusione di tutti i paesi, come invece successe a Casali del Manco. Sa cosa le dico però, Direttore? Credo che molti cittadini di Casali del Manco si siano sentiti orgogliosi quest’anno, leggendo che nei paesi al voto per le amministrative in provincia di Cosenza il nostro Comune era quello più popoloso e grande, davanti anche a Cariati e Castrolibero, appunto».

Cosa ne pensa della legge omnibus della maggioranza?

«La norma che mi pare si voglia proporre deve essere necessariamente preceduta da un pronunciamento dei singoli consigli comunali. Non mi pare che il Sindaco Orlandino Greco sia un acceso sostenitore della fusione … e sento giungere anche da Cosenza segnali autorevoli e forti di convinto dissenso. Inoltre pensare di non fare il referendum perché “solo consultivo”, e’ contrario alla norma. Se non ricordo male l’ufficio legale del Consiglio Regionale e’ retto da professionisti molto rispettosi della norma e difficilmente consentiranno il battesimo di una legge regionale a rischio di ricorso alla Consulta… vedrà Direttore che dovranno fare retrofront».

L’accelerazione del centrodestra, secondo lei, che motivi politici nasconde?

«Credo che sia uno specchietto per le allodole. Dopo quasi due anni abbiamo una Regione al palo: le divisioni fra il presidente Occhiuto ed i membri della sua stessa giunta cominciano a fare più rumore delle poche ed inutili norme approvate. La sanità è al palo, infrastrutture non pervenute. Ospedali pubblici ancora chiusi e quelli aperti in preda al malfunzionamento ed alla totale anarchia( e ricordo a me stesso che Occhiuto è anche commissario della sanità e non ha Cotticelli o Scura con i quali confrontarsi per agire). Che fine hanno fatto i lavori di elettrificazione della ferrovia jonica  finanziati ed iniziati da Oliverio? Certo: se non fai non sbagli… e se all’omissione dell’ ordinario rattoppi con la fuffa di una fusione illegittima quanto improbabile, pensi di poter prendere in giro il popolo calabrese… pensi… ma le garantisco che non ci riesci».

Chiudiamo però con un giudizio sulle amministrative con un Pd ancora una volta spaccato che si trincera dietro il civismo

«Guardi, per quanto spaccato in alcuni territori (credo ancora per poco visti i primi effetti della cura Schlein) il PD continua ad essere baricentrico nella politica calabrese. Pensi a Casali del Manco: delle tre liste che si sono sfidate, due facevano inequivocabilmente capo al PD ed a persone che ne facevano, ne hanno fatto o ne rifaranno parte : una ha vinto, l’altra è’ arrivata seconda ed insieme arrivano a quasi al 75% dei consensi … la destra deve “accontentarsi” del 25% scarso. Credo dunque che il rispettoso lavoro delle segreterie regionali e provinciale stia dando i suoi frutti, con ampi margini di miglioramento, ma a guardare i volti e le storie degli uomini e delle donne scelti qualche giorno fa da Nicola Irto per la sua segreteria regionale, c’è davvero da sperare bene e sempre meglio».