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07/04/2020 ore 19.48
Politica

Coronavirus, la Regione Calabria dà i numeri: quello che non quadra

Nei giorni scorsi centinaia di utenti ci hanno chiesto come fosse possibile che i dati pubblicati dalla Regione Calabria non corrispondessero, nel caso della provincia di Cosenza, con quelli dell’Asp di Cosenza. In sostanza, accadeva che il bollettino delle ore 17 conteneva un totale di casi in provincia di Cosenza più basso di quello riportato
di Antonio Alizzi

Nei giorni scorsi centinaia di utenti ci hanno chiesto come fosse possibile che i dati pubblicati dalla Regione Calabria non corrispondessero, nel caso della provincia di Cosenza, con quelli dell’Asp di Cosenza. In sostanza, accadeva che il bollettino delle ore 17 conteneva un totale di casi in provincia di Cosenza più basso di quello riportato dopo le ore 20. Ad esempio, ieri nei dati della Regione Calabria c’era un aumento di +13, mentre una volta che abbiamo avuto la possibilità di consultare i dati, il totale dei casi accertati in provincia di Cosenza era di 16 in più, ovvero 29 complessivi. Fino a ieri, la trasmissione avveniva in ritardo. (LEGGI QUI I DATI DI IERI)

Oggi, però, i dati complessivi della Regione Calabria in provincia di Cosenza sono completamente diversi da quelli dell’Asp di Cosenza. Ci sono sei casi in meno. Un dato, quello della Regione Calabria, non attendibile visto che l’Asp di Cosenza – a differenza di qualcuno della Cittadella regionale che vorrebbe che l’Ente non inviasse i dati complessivi alle testate giornalistiche – è sempre precisa e puntuale nel comunicare i casi nei singoli comuni della provincia di Cosenza. Inoltre, fornisce statistiche aggiornate sui casi giornalieri, sulle fasce d’età e sul genere colpito dal coronavirus. Ora, la Regione Calabria dà seriamente i numeri. E quindi informa i calabresi che ci sono meno casi rispetto a quanto scritto dall’Asp di Cosenza che, lo ricordiamo, è deputata a gestire l’emergenza sanitaria in Calabria, grazie alla task force del Dipartimento di Prevenzione. Tutto ciò si può riassumere in un’unica parola: disinformazione.