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26/07/2022 ore 20.49
Politica

Cosenza, Fratelli d'Italia: «Sullo Ius soli molto rumore per nulla»

I consiglieri comunali Spadafora, d'Ippolito e Lucanto: «Per noi la cittadinanza italiana va meritata e concessa solo a chi ama e rispetta la nostra cultura e la nostra identità»
di Redazione

I Consiglieri comunali di Fratelli d’Italia

In queste ultime settimane innumerevoli sono stati gli interventi sulla stampa in relazione al punto che verrà a breve affrontato in seno al Consiglio Comunale di Cosenza.

Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia osserva con stupore come, oltre alle grida di manzoniana memoria del primo cittadino – Casse vuote! Casse vuote! Casse vuote! – che possono essere considerate la colonna sonora che viene ripetuta da più di cento giorni, di questi primi mesi di governo del centrosinistra resta ben poco.

Stupisce come, ad ascoltare chi governa oggi, la città avesse innumerevoli emergenze ed, invece, in seguito all’approvazione di una mozione, peraltro copia ed incolla di una presentata dal Pd a Bologna, viene posto all’ordine del giorno della prossima assise, l’inserimento nello statuto del Comune del riferimento al principio dello “IUS SOLI”.

Del tutto convintamente in coerenza con la posizione ufficiale del partito, costantemente e con forza ribadita su questi temi specifici ribadiamo che “Fratelli d’Italia è fermamente contraria allo ius soli e a ogni forma di automatismo nell’ottenimento della cittadinanza. Per noi la cittadinanza italiana va meritata e concessa solo a chi ama e rispetta la nostra cultura e la nostra identità”.

Nel caso specifico del Comune di Cosenza preme rammentare che nel passato è invalsa la prassi di condividere all’unanimità ogni singola modifica, implementazione e/o abrogazione di qualsivoglia punto relativo allo Statuto Comunale, perché ben consapevoli del valore non solo formale di tale strumento che, in quanto ispiratore di intenti, dovrebbe necessitare di un ampio respiro di convergenze di pensiero e di valori.

Sarebbe opportuno non deflettere da questa consuetudine, soprattutto in forza del fatto che, se inserita, tale aggiunta nulla apporterebbe in termini di concreta efficacia per coloro che si vorrebbe tutelare, in quanto non suffragata da una legislazione nazionale in materia.

È il solito fumo propagandistico che viene agitato da sinistra quando invece, in tempi così difficili, sarebbe opportuno non tanto rincorrere Bologna su questi temi – peraltro arrivando secondi e non stabilendo alcun primato – quanto piuttosto pensare seriamente, in termini fattivi, a Cosenza. Perché, forse è bene rammentarlo, è in questa città che si è stati eletti.

L’intento propagandistico è confermato dal fatto di aver portato lo stesso punto per due volte in aula. La prima per chiedere all’aula di inserire la mozione (comunque letta e presentata in Consiglio) all’ordine del giorno, la seconda per discutere, a distanza di diversi mesi, nel merito della mozione, peraltro con la convocazione di un Consiglio Comunale ad hoc, invece di portare all’attenzione dell’assise le linee programmatiche del Sindaco, essendo trascorso inutilmente il termine fissato dallo statuto.

Nonostante, appunto, fossero già ampiamente decorsi i 60 giorni il Sindaco aveva garantito che le avrebbe portate in aula prima dell’estate. Speriamo si riesca almeno entro l’autunno. (*Francesco Spadafora, Giuseppe d’Ippolito e Ivana Lucanto)