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08/03/2020 ore 20.33
Politica

Cosenza, Mario Occhiuto: «Servono subito più posti letto in ospedale»

Il sindaco Mario Occhiuto ha emanato una nuova ordinanza contingibile ed urgente per fronteggiare l’emergenza coronavirus, alla luce della diffusione dello stesso virus Covid-19 e dell’effetto che, nelle ultime ore, ha avuto e continuerà ad avere l’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che ha determinato il ritorno in Calabria di numerose persone che,
di Antonio Alizzi

Il sindaco Mario Occhiuto ha emanato una nuova ordinanza contingibile ed urgente per fronteggiare l’emergenza coronavirus, alla luce della diffusione dello stesso virus Covid-19 e dell’effetto che, nelle ultime ore, ha avuto e continuerà ad avere l’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che ha determinato il ritorno in Calabria di numerose persone che, per motivi di studio o lavoro, dimoravano nelle zone a rischio. «Servono subito – ha sottolineato ancora una volta il sindaco Mario Occhiuto – più specifici posti letto per fronteggiare l’emergenza, altrimenti chi si ammala non potrà avere assistenza sanitaria adeguata. Questa è adesso l’urgenza più impellente» ha affermato con forza il primo cittadino.

Relativamente a questa esigenza, e in coerenza con le prescrizioni regionali e nazionali, Mario Occhiuto ha adottato l’ulteriore ordinanza, che segue quella emanata venerdì scorso, con la quale si intima alla Azienda ospedaliera cittadina:

Nella stessa ordinanza il sindaco Mario Occhiuto ha inoltre raccomandato al Commissario per il Piano sanitario di rientro Saverio Cotticelli:

Il pensiero del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto

Fuori dall’ordinanza il sindaco Mario Occhiuto ha ipotizzato, rivolgendosi sempre al Commissario Saverio Cotticelli, la possibilità di un coinvolgimento dei privati come è stato fatto in altre regioni. «Si potrebbe ad esempio – ha sottolineato Occhiuto a Cotticelli – predisporre un bando per realizzare nuovi posti di terapia intensiva e per eventuali posti per quarantena. Il vantaggio? Pagare solo la prestazione, senza farsi carico di investimenti e di maggiori spese (e impieghi) di personale».

«Inoltre, una volta finita l’emergenza, si potrebbe richiedere l’eventuale conversione dei posti con altri di nuovo interesse (inserendo ovviamente questa clausola nel bando)». Occhiuto ha sottoposto ancora all’attenzione di Cotticelli di valutare anche l’opportunità di dare in concessione le strutture pubbliche dismesse per realizzare posti letto di terapia intensiva o addirittura un ospedale COVID.

Necessari altri respiratori

«Se non vengono subito incrementati i posti, i contagiati in grado normalmente di superare la malattia, potrebbero veder aggravate le loro condizioni. Il pericolo da scongiurare – ha aggiunto Mario Occhiuto – è di saturare i posti di terapia intensiva. Ciò significherebbe non poter offrire le cure necessarie a chi necessita dei respiratori, quindi agli anziani, ma anche alle persone più giovani con comorbilità. Una condizione di emergenza questa che si aggiunge alla  carenza di personale e alla totale assenza di dispositivi di protezione individuale per i medici».

La precedente ordinanza del sindaco Mario Occhiuto

Nella precedente ordinanza, emanata venerdì scorso, il sindaco Mario Occhiuto aveva chiesto di liberare (all’interno dell’Annunziata) posti letto che riguardano ammalati di più facile gestione (spostandoli altrove e nelle strutture semi vuote) per riservarli ai casi di coronavirus. (LEGGI QUI)

«Con i miei provvedimenti ho spiegato come fare a reperire nuovi posti letto:

  1. spostando in altri ospedali semivuoti della provincia i degenti di più facile gestione, si libererebbero posti da attrezzare subito all’Annunziata e al Mariano Santo;
  2. stesso risultato si potrà ottenere, liberando il plesso di malattie infettive che ultimamente era stato destinato ad Ematologia;
  3. rimodulare subito i posti letto degli ospedali con nuovi posti attrezzati per questa tipologia di malattie;
  4. riassegnare accrediti ai privati su queste specialità;
  5. dotare i medici e i paramedici di mascherine e presidi sanitari di protezione;
  6. coinvolgere gli operatori della sanità privata per raggiungere gli obiettivi».