Cosenza, morto Pietro Mari: fu assessore con Giacomo Mancini
Profondo cordoglio è stato espresso dal Sindaco Franz Caruso per la scomparsa dell’ingegner Pietro Mari, già Assessore di Palazzo dei Bruzi nelle giunte di Giacomo Mancini e di Eva Catizone. “La scomparsa di Pietro Mari, socialista, professionista apprezzato e assessore nelle giunte guidate da Giacomo Mancini, dal 1993 al 2001, e poi nella giunta a guida Eva Catizone, dal 15 maggio 2004 all’11 novembre del 2005, ci rattrista enormemente.
Pietro Mari – ricorda Franz Caruso – fu amministratore attento e competente, incline al dialogo e alla interlocuzione costruttiva, qualità che contribuirono a procurargli il consenso e il gradimento della comunità cosentina. Uomo di particolari virtù e di grande empatia, ricoprì incarichi assessorili in molti settori della vita amministrativa, assumendo molteplici deleghe. Nella giunta Mancini fu, dal 1993 al 1997, assessore alla difesa dell’ambiente, all’igiene urbana e protezione civile, al verde, alla sanità, ma anche alla valorizzazione delle borgate e al decentramento.
Nella Giunta successiva, sempre a guida Mancini, fu, dal 1997 al 2001, prima Assessore ai problemi della salute dei cittadini, ai bambini e agli anziani e, successivamente, Assessore alle attività economiche e produttive, alle circoscrizioni e alla Polizia Municipale. Nelle elezioni del 2002 fu eletto consigliere nelle file del PSE per poi entrare a far parte dell’esecutivo Catizone dal 15 maggio 2004 al novembre del 2005, con delega al bilancio e alla programmazione finanziaria”.
Il Sindaco Franz Caruso ha poi ricordato una delle ultime volte che ebbe modo di incontrare Pietro Mari. “Fu ai funerali di Pino Iacino, a novembre dello scorso anno. Da socialista convinto, Pietro Mari fu tra i primi ad arrivare a Palazzo dei Bruzi quella mattina per rendergli omaggio”. Franz Caruso ha indirizzato le più sentite condoglianze, insieme a quelle di tutta l’Amministrazione comunale, alla moglie, professoressa Maria Luigia Campolongo, ai figli e a tutti i familiari, esprimendo i sentimenti della più sincera vicinanza.
Il ricordo di Giacomo Mancini junior
«Che dolore, carissimo Pietro, apprendere della tua scomparsa. Sei stato un ingegnere di qualità, un professionista stimato, un amministratore capace, un socialista pugnace. E non poteva che essere così. Del resto buon sangue non mente. Sei stato nipote di Mario Mari, il primo sindaco socialista di Cosenza. Ci piaceva ad entrambe ricordarlo pubblicamente quando qualcuno ometteva il ricordo. Perché la storia si onora tutta. E non a convenienza. Strappando alcune pagine. O sfrattandola come in questi tristi giorni. Mario Mari fu eletto sindaco nel 1920.
Anche lui allievo di Antonio Labriola come Pietro Mancini che di Mario fu amico e guida. E da quel legame tra Pietro e Mario forgiato negli anni bui del regime fascista nacque un rapporto di amicizia profondo, di comunanza di ideali, di comuni battaglie che dura da generazioni. E anche per questo che Giacomo, mio nonno, ti chiamò al suo fianco nel 1993, quando fu eletto sindaco scelto direttamente dai cittadini. Sei stato, da assessore con diverse e difficili deleghe, parte importante di quel decennio che ha regalato alla nostra città una crescita straordinaria e ancora oggi è ricordato con rimpianto per i risultati a vantaggio del miglioramento della vita o dei cittadini.
Nel corso di quella stagione, caro Pietro, si rafforzò il legame tra noi. Sei stato protagonista della nascita del Pse-Lista Mancini e in prima linea in tutte le nostre battaglie. Sempre leale. Mai una incrinatura. Il tuo carattere affabile, i tuoi modi garbati, i tuoi tratti morbidi erano fonte di empatia immediata. Non mancavi mai di fornire i tuoi suggerimenti frutto di studio, di letture, di approfondimenti e offrire le tue analisi. Come durante le iniziative della Fondazione alle quali mai facevi mancare la tua presenza.
Sono appena venuto a salutarti con un groppo in gola. Ho abbracciato forte Marialuigia, compagna di una vita e tuo formidabile completamento. E i vostri splendidi figli Lorenzo, Margherita e Federico, cittadini del mondo di cui giustamente eri orgoglioso. E ho pensato al tuo ultimo messaggio. Al tuo incoraggiamento di spenderci per la nostra città. Lo faremo, caro Pietro. E non ti dimenticheremo.