Cosenza, ridotto il canone per i tavolini: l’opposizione rivendica la vittoria e accusa la Giunta Caruso
Per i consiglieri di minoranza la delibera conferma errori e ritardi: misura parziale, ancora costi insostenibili per molte categorie
La riduzione del canone per tavolini e dehors, in vigore dal 1° gennaio, sancisce una verità che l’opposizione ripete da mesi: l’aumento monstre imposto alle attività commerciali era frutto di una scelta politica della Giunta Caruso. Con la Delibera n. 191, l’esecutivo fa ora marcia indietro, tagliando le tariffe per tavoli, sedie, ombrelloni e dehors. Una decisione che per i consiglieri di minoranza (Francesco Caruso, Francesco Cito, Giuseppe D’Ippolito, Alfredo Dodaro, Ivana Lucanto, Antonio Ruffolo, Francesco Spadafora e Michelangelo Spataro) rappresenta sì un risultato delle loro denunce, ma anche l’ennesima conferma di un metodo amministrativo confuso, tardivo e dannoso per la città.
Secondo l’opposizione, la Giunta aveva applicato a fine 2024 coefficienti talmente alti da “gravare in modo insostenibile sugli esercenti”, generando un effetto opposto persino per il bilancio comunale, con un minor incasso rispetto alle previsioni. Nonostante settimane di smentite, accuse incrociate e tentativi di scaricare responsabilità sul Consiglio Comunale, oggi i fatti parlano chiaro: l’aumento era stato introdotto dall’esecutivo e solo la pressione politica e sociale ha spinto a correggere la rotta.
Il provvedimento, però, non convince. La riduzione riguarda soltanto due categorie, lasciando immutate molte altre voci del Canone Unico Patrimoniale: dai passi carrabili ai chioschi, dai cantieri alle installazioni diverse dai dehors. Un assetto tariffario, denunciano i consiglieri, ancora sproporzionato e incapace di rispecchiare le reali esigenze delle attività commerciali. Mancano categorie fondamentali, come i «tavoli e sedie senza ombrellone» o le «pedane non configurabili come dehors», indispensabili per rendere il sistema equo e modulato.
Non meno duri i rilievi sull’atteggiamento della maggioranza: per due anni la Giunta ha promesso una revisione del regolamento sul decoro urbano - redatto dalla stessa amministrazione - senza mai intervenire in modo strutturato. «Regna il caos amministrativo», incalzano i consiglieri, ricordando i ritardi e le reticenze con cui Palazzo dei Bruzi ha affrontato il malcontento degli esercenti, molti dei quali hanno valutato la chiusura o il trasferimento delle proprie attività.
Anche sulla rateizzazione dei pagamenti, definita «auspicabile ma non garantita», l’opposizione parla di una contraddizione evidente: il Comune chiede oggi somme che verranno ridotte del 40% tra poche settimane, ammettendo implicitamente l’errore ma scaricandone gli effetti economici su chi già fatica a sostenere i costi.
Per i firmatari del documento, si tratta dunque di un intervento «tardivo e parziale», utile solo a confermare la fondatezza delle loro battaglie ma insufficiente a risolvere davvero il problema. L’obiettivo resta quello di un sistema tariffario equo e sostenibile, costruito in dialogo con le categorie produttive e in grado di valorizzare il tessuto commerciale cittadino.
«Questa riduzione - concludono i consiglieri - è una nostra vittoria, ma non basta. Continueremo a lavorare per difendere le attività che sono il cuore dell’economia di Cosenza».