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27/12/2025 ore 13.55
Politica

«Denunce strumentali e opportunismo»: l’affondo di Commodaro, capogruppo di Franz Caruso Sindaco

Duro intervento che accusa un aspirante candidato sindaco di incoerenza politica, uso strumentale del cognome e totale assenza di risultati sulle politiche sociali durante l’esperienza amministrativa.

di Redazione

«È difficile non rilevare la manifesta incoerenza di chi, forte più del proprio cognome che di un percorso personale credibile, tenta oggi di farsi candidare a Sindaco di Cosenza ricorrendo a denunce strumentali contro l’attuale primo cittadino. Ancora più grave è che tali attacchi vengano condotti sul terreno delle politiche sociali, un ambito che questa persona non ha mai realmente considerato né praticato nella propria esperienza “double face” politico/amministrativa.

E’ incontrovertibile, infatti, che durante il suo incarico di assessore regionale al Bilancio, il “nostro” non ha prodotto alcun atto, misura o iniziativa concreta a favore delle politiche sociali. Il sociale, semplicemente, non è mai stato una priorità della sua azione amministrativa. Ed è dunque quantomeno singolare che oggi, dopo il nulla assoluto prodotto in un ruolo chiave come quello del Bilancio, egli tenti di accreditarsi come difensore dei diritti sociali. I fatti, ancora una volta, smentiscono la propaganda».

Lo afferma il capogruppo di Franz Caruso Sindaco a Palazzo dei Bruzi, Ivan Commodaro che prosegue: “ E’ evidente che il “nostro”, propone nella sua azione, un esempio cristallino di puro opportunismo politico di chi ha tradito i valori socialisti, accettando incarichi di assessore regionale, per fare un solo esempio, senza una linea ideale coerente. Ed è così che oggi pretende di ergersi a paladino del sociale solo perché lo ritiene elettoralmente conveniente. Per fortuna, però, non basta sbandierare un cognome ed evocare temi nobili per acquisire credibilità. Serve di più, molto di più!

A rendere il quadro ancora più avvilente è l’uso sistematico del proprio essere “nipote di” come strumento di legittimazione politica. Un’eredità morale e ideale piegata a fini personali e di carriera, fino a mortificare la memoria di chi quei valori li ha incarnati davvero, con serietà e coerenza, e non come mero marchio elettorale. Tanto più se si considera che quella memoria viene richiamata selettivamente, tacendo opportunamente una fede politica — come quella leghista del padre — ben distante dai valori di solidarietà e giustizia sociale che oggi si tenta strumentalmente di rivendicare.

Il personaggio di cui trattasi rappresenta, purtroppo, un esempio emblematico di quanto la politica sia scaduta: da servizio alla collettività a spazio di ambizioni personali, da confronto sui contenuti a sterile esercizio di polemica e denuncia strumentale. Una degenerazione che allontana i cittadini e svilisce il ruolo stesso delle istituzioni.

A ciò si aggiunge un dato evidente e mai smentito rappresentato dall’assenza di una vera esperienza lavorativa di costui. Epperò, lo si capisca bene, la politica non può essere un rifugio per chi non ha costruito nulla, tanto meno un palcoscenico su cui recitare indignazione a comando”.

“I cittadini meritano serietà – conclude Ivan Commodaro - non candidature fondate su polemiche pretestuose, rancori personali e una memoria selettiva dei propri trascorsi. Il futuro di una città non si costruisce con le denunce strumentali, per come tenta di fare il “nostro”, ma con il lavoro, la coerenza e il rispetto dell’intelligenza collettiva. A buon intenditor poche parole!!!».