Elezioni Provinciali di Cosenza, Pappaterra: «Legittimo voler candidare un sindaco del Pd»
Il primo cittadino di Mormanno sabato ha partecipato, con gli altri colleghi amministratori democrat, ad una riunione propedeutica all’imminente tornata elettorale. «Arriviamo col fiato corto, ma non possiamo sbagliare». Guardando a Roma dice: «Riemergono correnti col solo fine di riposizionarsi in vista delle Politiche. Vogliono condizionare Elly»
Paolo Pappaterra, sindaco di Mormanno, è uno dei volti destinati a cavalcare la scena politica dei prossimi anni. Sia per la giovane età, appena 34 primavere, che per i legami stretti all’interno del Partito Democratico, è uno dei punti di riferimento di Elly Schlein in Calabria. La segretaria scelse porprio il suo comune lo scorso anno per tenere gli Stati Generali della Montagna, vale a dire un focus sulle misure necessarie da adottare per rilanciare le aree interne e frenarne lo spopolamento.
Pappaterra nell’intervista concessa al nostro network entra nel discorso delle imminenti Provinciali di Cosenza («arriviamo di nuovo col fiato corto»), tocca il tema del passo indietro fatto alle Regionali («ritenevo fosse giunto il momento per il PD di presentare liste coerenti con la forte istanza di rinnovamento») e si sbilancia sulle grandi manovre a livello nazionale che rischiano di minare la segreteria di Elly Schlein.
Partiamo dalle Provinciali di Cosenza. Sabato mattina i sindaci del PD hanno tenuto una riunione sull’argomento convocati da Matteo Lettieri. Rivendicate la candidatura di un primo cittadino democrat?
«Credo che la rivendicazione dell’indicazione del candidato alla Presidenza sia del tutto legittima, ma non come espressione di una pretesa egemonica bensì per l’essere punto di riferimento delle forze progressiste ed espressione di tantissime esperienze amministrative sparse nella nostra Provincia».
Di Natale ha presentato il ricorso per incompatibilità di Rosaria Succurro. Si potrebbe andare a votare a stretto giro non solo per il Consiglio, ma anche per la Presidenza. Il centro-sinistra non dà l’impressione di essere pronto, è d’accordo?
«Arriviamo all’appuntamento ancora una volta con il fiato corto, però questa volta non dobbiamo sbagliare coscienti delle ultime due elezioni in cui a causa delle nostre divisioni abbiamo consentito al centro-destra di eleggere una volta Mario Occhiuto e in ultimo Rosaria Succurro. Un autolesionismo spaventoso che mi auguro non si ripeta poiché sarebbe la certificazione di un’assoluta incapacità. Confido molto nel lavoro avviato dal segretario provinciale Matteo Lettieri di aprire un confronto interno ed esterno per individuare la soluzione maggiormente condivisa».
In una recente intervista, Stasi ha auspicato che il candidato sia giovane, di un comune medio piccolo delle aree interne. Sa che sembra proprio il suo identikit?
«Faccio un premessa partendo dalla considerazione che il sistema di voto è ponderato: attribuisce a grandi comuni il ruolo di essere determinanti nella scelta del Presidente. Per quel che riguarda il PD, se si fa eccezione per i comuni di Acri e Castrovillari guidati da due bravissimi nostri sindaci come Pino Capalbo e Mimmo Lo Polito, nell’area urbana di Cosenza-Rende ed a Corigliano-Rossano i Sindaci non sono riconducibili al Partito Democratico. Il Sindaco Stasi ha costruito da indipendente un’esperienza amministrativa di grande valore e universalmente apprezzata. Nell’area urbana di Cosenza-Rende il movimento socialista ha trovato il suo terreno naturale di crescita dando vita ad una straordinaria tradizione, quella del municipalismo socialista, che ancora oggi con Sandro Principe e Franz Caruso, si conferma. Da qui la necessità di un confronto con queste espressioni che avranno un ruolo determinante nella scelta del nuovo presidente. Detto questo, se una valutazione collegiale dovesse propendere per un candidato espressione di un piccolo comune di area interna credo che tra i tanti amministratori di piccoli comuni di aree interne che l’anno scorso ho avuto l’onore di radunare a Mormanno in occasione degli Stati Generali della Montagna e delle Aree Interne possa esserci il punto di ricaduta».
Pappaterra, lei ha un’idea di cosa dovrà fare il nuovo o la nuova Presidente della Provincia di Cosenza?
«La Provincia di Cosenza si trova di fronte a due drammatiche situazioni, quella economica-finanziaria con un passivo che farebbe tremare le vene ai polsi di chiunque e quella normativa per il “mostro giuridico” determinato dalla Legge Delrio che ha lasciato le Provincie con scarse competenze e soprattutto senza soldi. Non è un caso che l’altro giorno il nuovo Capogruppo Regionale del Partito Democratico Ernesto Alecci ha dichiarato che occorre un riassetto complessivo del ruolo di questi Enti. Di fronte a questa drammatica rappresentazione mi sento di dire che non va sottovalutata, anzi va presa seriamente in considerazione l’importanza di una comune assunzione di responsabilità di tutte le forze che compongono il Consiglio Provinciale a partire dalla scelta del futuro Presidente. Va aperta la strada alla ricerca di un obiettivo comune, quello del risanamento finanziario e del riassetto delle competenze, che non cancella le appartenenze o le diversità politiche ma che fa condividere una sorta di “moratoria” per fronteggiare e risolvere un importante interesse collettivo che è quello di ridare slancio e visione all’Ente Provincia».
Lei rinunciò alla candidatura alle Regionali diffondendo un documento molto duro e critico verso il suo partito. Vede cambiamenti all’orizzonte o siamo fermi all’anno zero?
«Rinunciai alla candidatura perché ritenevo fosse giunto il momento per il PD di presentare liste coerenti con la forte istanza di rinnovamento che era prevalsa al Congresso Provinciale di Cosenza con l'elezione di Matteo Lettieri fortemente sostenuto dal sottoscritto. Questo non è accaduto ma ciò non mi ha impedito di partecipare attivamente alla campagna elettorale a sostengo del professor. Pasquale Tridico, della lista del Partito Democratico e di candidati che fossero espressione di una svolta generazionale come la presidente del Consiglio comunale di Corigliano-Rossano, Rosellina Madeo. Nonostante la sconfitta i nostri quattro consiglieri regionali eletti provengono tutti dall'esperienza amministrativa e sono convinto che, insieme al segretario regionale Senatore Nicola Irto faranno un ottimo lavoro nel ruolo assegnatogli dagli elettori calabresi che hanno preferito confermare la loro fiducia al presidente Occhiuto e al centrodestra».
A livello nazionale fioccano le convention di correnti e correntoni. Obiettivo: indebolire Schlein. Che dice a riguardo?
«Il Partito Democratico era nato nel lontano 2007 con il discorso di Veltroni al Lingotto di Torino per mettere insieme la tradizione cattolico democratica, la tradizione riformista e quella progressista. In questi anni purtroppo l'amalgama non è del tutto riuscito ed il regime delle correnti ha dominato la vita interna del PD condizionandola negativamente e bruciando tutti i Segretari che si sono avvicendati alla guida del partito da Veltroni a Franceschini, da Renzi a Bersani, da Martina a Zingaretti. Una dispersione di energie umane pazzesca. La fase che stiamo vivendo non è dissimile dal passato con correnti che riaffiorano e si riorganizzano per condizionare il lavoro della nostra segretaria Elly Schlein. Se questo attivismo servisse per costruire la proposta politica con la maggiore unità possibile sarebbe buona cosa. Temo invece che questo lavorio rappresenti solo l'occasione per ridefinire assetti interni in vista delle prossime elezioni politiche. È inutile dire che tutto ciò forse è utile a chi cerca tornaconti personali ma sicuramente non è utile alle esigenze di un partito che con la guida di Elly sta attraversando il guado più difficile della sua storia».