ELEZIONI SARACENA | Tre domande al candidato sindaco Luigi Pandolfi
Luigi Pandolfi è uno dei due candidati a sindaco di Saracena, al quale abbiamo posto tre domande, affinché spieghi in maniera più approfondita la scelta di sfidare il sindaco uscente Renzo Russo. Ecco la nostra intervista.
Come mai ha deciso di candidarsi?
«Non sono nuovo ad esperienze elettorali né ad esperienze di governo locale e territoriale. Cinque anni fa sono stato candidato a sindaco, ma non ho avuto il consenso necessario per amministrare. Nel frattempo Saracena ha fatto molti passi indietro. Un paese sempre più spopolato, impoverito sia economicamente che culturalmente, isolato istituzionalmente. Questa consapevolezza ha spinto tante donne e uomini del nostro paese, con storie e identità anche molto diverse, ad incontrarsi ed a convergere su un progetto di cambiamento, riconoscendo in me la persona giusta per portarlo avanti».
Quali sono i punti principali del suo programma e le prime cose su cui intende mettersi all’opera se dovesse essere eletto sindaco?
«Il cuore del nostro programma è la ripartenza di Saracena a partire dal suo patrimonio storico-architettonico e culturale. E’ noto che Saracena – già il nome dice tanto – è un paese dove molto marcata è l’eredità architettonica islamica e forti sono i retaggi del periodo bizantino. Questa specificità dovrà fare da sfondo ad un progetto di turismo culturale ed esperenziale, nel quale la connessione tra identità storico-culturale e produzioni tipiche sarà uno degli assi portanti. Saracena, per fare un esempio, è nota per il Moscato. Ma non è un caso che questo prodotto si faccia proprio a Saracena. C’entrano le nostre radici, i processi di contaminazione culturale con altre culture del Mediterraneo.
Dentro questo scenario, pensiamo che sia possibile la realizzazione di un progetto pilota per la ricettività diffusa nel centro storico. Ma Saracena è anche natura e paesaggio. Le emergenze naturalistiche presenti nel nostro territorio sono tra le più importanti del Parco Nazionale. Natura e cultura sono un binomio perfetto. Si tratterà di riattivare ciò che è stato chiuso in questi anni – il centro turistico di Novacco – e di allargare il ventaglio delle opportunità di fruizione delle nostre bellezze naturalistiche ed ambientali».
Dovendo dire ai suoi concittadini, in breve, perché dovrebbero votare lei piuttosto che il suo avversario, cosa dice?
«Al netto delle limitazioni imposte dalla pandemia, l’amministrazione uscente non ha brillato per capacità di costruzione di percorsi per la ripresa socio-economica e culturale del nostro paese. E’ mancata visione e progettualità. Saracena oggi è più spenta e più povera, non solo economicamente. Noi stiamo proponendo un’alternativa concreta allo stato di cose presenti. Nella nostra testa c’è una Saracena protagonista nel territorio, centro culturale di rilievo regionale, esempio di difesa dei beni comuni, attenta alla solidarietà, all’inclusione, luogo di partecipazione consapevole dei cittadini alla vita pubblica».