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02/06/2024 ore 11.30
Politica

Franz Caruso attacca ancora i due Occhiuto: «Roberto? Un "melonino", Mario ha lasciato 260 milioni di euro di debiti»

Il sindaco di Cosenza ieri sera ha partecipato al comizio di Enzo Romeo, candidato sindaco del centrosinistra a Vibo Valentia. E non ha perso occasione per mettere nel mirino sia il presidente della Regione Calabria che il senatore di Forza Italia
di Enrico De Girolamo

«Il vero pericolo non è Meloni, ma i “melonini” come Roberto Occhiuto». Il primo cittadino di Cosenza, Franz Caruso, ieri sera a Vibo Valentia per partecipare al comizio di Enzo Romeo, ha rubato la scena al candidato a sindaco del centrosinistra spostando il baricentro dell’attenzione sulla città bruzia.
Caruso, nel capoluogo vibonese con il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha dato il meglio di sé mettendo nel mirino da subito il presidente della Regione.

Archiviata la premessa d’obbligo («Sono qui per sostenere una persona perbene, Enzo Romeo, coerente con i suoi valori, a differenza di chi non ha problemi a candidarsi col centrosinistra e poi, cinque anni dopo, allearsi con la destra»), Caruso ha sfoggiato una verve polemica che ha strappato scroscianti applausi agli elettori vibonesi del centrosinistra.

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Sempre pronto a sfruttare ogni occasione per togliersi i numerosi sassi che il governatore continua a infilargli nelle scarpe, ha evocato un’alleanza anti Occhiuto «costruendo un campo progressista dei sindaci» che possa opporsi con efficacia a chi governa la Regione e il Paese. E la vittoria a Vibo di Romeo consentirebbe di riempire l’ultima casella ancora occupata dal centrodestra nei capoluoghi di provincia calabresi. Ma alla fine il sindaco di Cosenza tornava sempre a battere dove il dente duole, che per lui coincide con la famiglia Occhiuto, a cominciare da Mario, ex sindaco di Cosenza, «che ci ha lasciato 260 milioni di debiti e un Comune con appena 120 dipendenti operativi. Un disastro».

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«Legalità, trasparenza e solidarietà sono i nostri pilastri, i nostri valori, che invece non appartengono a questa destra che manda i poliziotti a manganellare gli studenti», ha detto, allargando lo sguardo su Palazzo Chigi e sulla premier. «Ma il vero pericolo non è Giorgia, ma i “melonini” – ha continuato -. Come quel melonino che ha tradito Cosenza sul nuovo ospedale, cambiando le carte in tavola e decidendo di costruirlo in una area diversa da quella pattuita con il Comune. Ebbene, alla fine, esasperato, gli ho detto: fallo dove vuoi, ma fallo. E sapete qual è stata la risposta? Il silenzio. Un muro di silenzio». Quindi, la chiosa finale, in linea con il suo obiettivo primario: «Con Romeo sindaco mettiamo la prima pietra per mandare a casa Occhiuto». (Continua a leggere l’articolo completo su IlVibonese.it)