Fuscaldo, Noi Moderati: «Depuratore? Un disastro annunciato»
Duro attacco del gruppo locale dopo il sequestro dell’impianto. «Gravi omissioni, altro che difesa ambientale»
Il sequestro del depuratore comunale di Fuscaldo scatena la reazione di Noi Moderati – Sezione di Fuscaldo, che in un comunicato stampa parla senza mezzi termini di «vicenda preoccupante e indecorosa», frutto di «mancato controllo e gravi responsabilità politiche».
Il gruppo politico sottolinea come, già dal 2021, l’associazione Mare Pulito avesse denunciato anomalie sull’impianto, seguite da una diffida formale della Provincia di Cosenza nel 2024 e da ulteriori segnalazioni su discariche abusive presenti all’interno della struttura. Nonostante questo, l’impianto ha continuato a funzionare in modo approssimativo, fino al provvedimento cautelare scattato nei giorni scorsi su disposizione della Procura di Paola.
«Basta con i comitati feste»
Nel documento, Noi Moderati critica apertamente l’operato del governo cittadino, parlando di un'amministrazione più attenta agli eventi ricreativi che ai servizi pubblici: «Alcune amministrazioni si sono tramutate in un grande comitato feste, tralasciando completamente il rispetto della legalità e la tutela dei cittadini».
Secondo il movimento, la gestione del depuratore coinvolge aspetti sanitari, ambientali, economici e civili, che sono stati ignorati, nonostante la presenza di finanziamenti pubblici destinati al potenziamento dell’impianto.
«Un impianto è valore, non un problema»
Nel comunicato si sottolinea come un impianto di depurazione dovrebbe rappresentare un presidio di salute pubblica e un valore aggiunto per il territorio, in grado di tutelare le acque, restituire risorse, promuovere educazione ambientale e migliorare la qualità della vita.
Al contrario, a Fuscaldo il quadro emerso è quello di un impianto al collasso, privo di controlli e incapace di assolvere le funzioni minime previste per legge.
«Fallimento totale su ambiente e salute»
«È fuorviante – scrive ancora il gruppo – parlare di difesa ambientale. Le evidenze dimostrano il contrario: disservizi strutturali, inquinamento marino, liquami nel torrente Maddalena. Siamo davanti a un fallimento completo di chi doveva vigilare».
Il documento si conclude con un appello alla cittadinanza e alle istituzioni per pretendere maggiore trasparenza, vigilanza e responsabilità nella gestione dei beni pubblici.