La Regione Calabria perde un finanziamento da 37 milioni: ecco quale
Nel 2020 l’Istat rilevava che la Calabria è la regione «con la quota più elevata di famiglie (31,2%) che lamentano l’inefficienza del servizio idrico». Una constatazione che i calabresi considerano quasi scontata visto che la nostra regione è l’unica in Italia a non aver applicato la legge Galli e spezzettato il servizio idrico in più rami, ognuno gestito da soggetti diversi. Da anni si cerca di arrivare a un gestore unico del servizio che si occupi di tutto il ciclo dell’acqua dalla fonte alla depurazione.
Il primo tentativo venne fatto attraverso l’Aic (Autorità idrica calabrese) l’organo di governo del settore, composto dai sindaci, che avrebbe dovuto individuare un gestore pubblico. L’Aic aveva avviato la costituzione di Calabria Acque, allargando ad altri sindaci la compagine sociale di Cosenza Acque. Per garantire la liquidità necessaria a rendere operativa la società, l’Aic aveva partecipato al bando React Eu che metteva sul piatto 250 milioni per migliorare le reti idriche del Mezzogiorno. L’autorità calabrese aveva presentato un progetto complessivo di 104 milioni. Il 7 marzo, però, il governo bocciava la proposta e la Calabria restava unica regione meridionale a non aver accesso ai finanziamenti.