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23/04/2022 ore 15.39
Politica

Mario Occhiuto: «Negli ultimi mesi a Cosenza si è registrato un decadimento culturale: ecco perché»

L'ex primo cittadino torna a criticare l'operato dell'amministrazione comunale nel giorno della riapertrura di via Roma. L'architetto attacca sul Mab e non solo
di Redazione

di Mario Occhiuto*

Ventidue anni fa in questi stessi giorni di Aprile festeggiavamo l’84mo compleanno di Giacomo Mancini nella sede dell’Ordine degli Architetti di Cosenza, concessa su mia richiesta dall’allora sindaco della città. Io ero Presidente dell’Ordine degli Architetti e Mancini sindaco della città.

Mi ricordo che Mancini ci tenne a sottolineare il fatto che la concessione avveniva solo perché ero io il presidente dell’Ordine e che mi avrebbe ritenuto responsabile della gestione futura. Fui io il primo poi ad intitolare alla sua memoria, nel momento della sua morte, la sede della biblioteca dell’Ordine.

Molti di quei politici che oggi lo osannano e lo celebrano, a partire dal 2006 fino al 2011 invece lo criticavano aspramente addebitandogli tutti i problemi della gestione del Comune e l’eccessivo indebitamento prodotto durante la sua gestione. C’era una volontà esplicita di una sorta di “damnatio memoriae” sulla sua figura, e infatti mi ricordo che spesso trovandomi in contesti pubblici e in convegni percepivo molta contrarietà e fastidio quando facevo riferimento alla sua lungimiranza rispetto al concepimento di alcune idee.

E così appena fui eletto Sindaco della città condivisi nel mio programma molte di quelle che erano anche sue idee (e di cui avevamo più volte discusso) che erano rimaste sulla carta o incompiute, e realizzammo di sana pianta opere pubbliche importanti quali il Ponte di Calatrava e Piazza Bilotti, il Planetario e l’area pedonale su Corso Mazzini, abbattemmo l’ecomostro dell’ex Jolly, valorizzammo l’aspirazione a parco del Viale Mancini, ricreammo la Circolare Veloce Cosenza Rende Unical (bloccata poi dalla Regione su pressione delle lobby dei trasporti privati), rilanciammo la storia su Alarico, e tante tante altre idee, opere e attività nel segno della continuità amministrativa.

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Ovviamente non ho mai neanche sottaciuto su quelli che considero gli errori di Mancini, che sono per lo più la conseguenza del contesto storico predominante del periodo in cui egli ha governato: una impostazione urbanistica incentrata sull’espansione urbana che ha di fatto svuotato il centro storico e creato periferie urbane, e una politica esagerata di assunzioni e di sussidi che poi ha portato poi il Comune all’attuale situazione di deficit di bilancio. Secondo me l’unico modo per continuare il lavoro di Mancini, come in effetti abbiamo fatto durante i miei mandati, era appunto quello di valorizzare le buone idee e nello stesso tempo riconoscere gli errori del passato per correggerli proiettandosi nel futuro.

Detto questo, ringrazio Giacomo Mancini jr per avermi invitato alla cerimonia della collocazione della statua su Corso Mazzini. Ma faccio rilevare che il MAB è un museo all’aperto che nasce da una convenzione con contratti che impegnano l’intero corso Mazzini al progetto culturale. Questa modalità è prevista per garantire coerenza al progetto di opere dei massimi artisti del ‘900 e contemporanei. Qualsiasi inserimento non ritenuto coerente (dagli artisti e dalle Fondazioni che hanno accolto l’invito a far parte del MAB) può comportare la (rovinosa per la città) risoluzione di tutte le donazioni (essendo progetto unitario) oltre ad una grossa penale a carico del Comune.

Giacomo Mancini ha tutto il diritto e il merito di avere dedicata una statua celebrativa, ma questo non c’entra niente con il progetto artistico e culturale del MAB. In realtà in epoca contemporanea, tranne che nei regimi, si fa poco uso di busti e statue celebrative. Bastano le intitolazioni. Oltretutto nei secoli passati a Cosenza ci sarebbero centinaia di personaggi meritevoli quali scienziati, artisti, politici, sportivi, filosofi, architetti, letterati. In ogni caso non bisogna mai confondere le statue celebrative con le opere d’arte.

Purtroppo devo rilevare che anche riguardo a questi temi culturali c’è stato un forte decadimento in città. In pochi mesi si è passati dall’integrazione di sculture di importantissimi artisti che noi abbiamo portato sul Mab con nomi del calibro di Amedeo Modigliani, Giò Pomodoro, Giuseppe Gallo, Pietro Consagra, Arturo Martini, Antonietta Raphael Mafai, Gino Severini, Alba Gonzales, Mario Sironi, Umberto Mastroianni, Giacomo Balla, Pericle Fazzini, Emilio Greco, all’inaugurazione in pompa magna di un ingombrante oggetto (che non so come definire visto che non è neanche opera di un artista ma di una azienda che lavora il ferro) dedicato a Lucio Battisti (?).

Siamo passati dal progetto delle residenze artistiche dei BoCs Art (con circa 500 opere d’arte oggi di proprietà del Comune) ammirato in tutto il mondo dell’arte contemporanea e destinatario del prestigioso premio Smau Napoli 2015 come città innovativa nel campo della produzione culturale, alle statue e ai busti celebrativi (sic). Siamo passati dai grandi eventi ai mercati rionali, dalle installazioni artistiche di livello alle copie dozzinali, dall’illuminazione artistica a quella dei magazzini delle ditte, dalla città attrattiva e “fabbrica creativa” alla città spenta e desolante. Risvegliamoci per favore. (*ex sindaco di Cosenza)