Giuseppe Mazzuca: «Sanità allo sfascio, i dati smentiscono la propaganda di Occhiuto»
Il candidato PD denuncia tempi d’attesa infiniti, mortalità infantile record ed emigrazione sanitaria da 70mila pazienti l’anno
«Un’Italia a diverse velocità». Con questa immagine Giuseppe Mazzuca, capolista del Partito Democratico nella Circoscrizione Nord Calabria, ha sintetizzato la condizione del sistema sanitario regionale. I numeri, ricorda l’esponente dem, non lasciano spazio a interpretazioni: in Calabria l’attesa media per l’arrivo di un’ambulanza sfiora la mezz’ora, mentre a Bolzano bastano appena 14 minuti.
Mazzuca cita i dati ufficiali del Ministero della Salute, secondo i quali cinque regioni italiane si collocano sotto la soglia minima di erogazione dei livelli essenziali di assistenza. La Calabria, in particolare, continua a occupare stabilmente gli ultimi posti in classifica. «Occhiuto e il centrodestra – attacca – raccontano di aver risolto i problemi della sanità, ma la realtà dimostra l’esatto contrario».
Le cifre sono impietose. La Calabria registra il tasso più alto di mortalità infantile d’Italia: 4,2 decessi per mille nati vivi, contro una media nazionale di 2,6. La speranza di vita alla nascita è di 82 anni, un anno in meno della media del Paese. Ancora più allarmante il dato sulla speranza di vita in buona salute: 55,4 anni, cinque anni in meno rispetto alla media nazionale. «Significa – commenta Mazzuca – che in Calabria si muore di più e ci si ammala prima».
L’esodo sanitario che dissangua la Regione
Ogni anno circa 70 mila calabresi si curano fuori regione. L’impatto economico è devastante: la Regione spende 325 milioni di euro per i pazienti trasferiti, ma ne incassa appena 31, con un saldo negativo di 294 milioni. «Siamo davanti a un doppio fallimento – afferma il capolista PD –: i cittadini costretti a viaggiare per ricevere cure adeguate e le casse regionali svuotate».
Mazzuca evidenzia come i dati del Ministero della Salute e dell’Istat smentiscano la narrazione rassicurante del presidente Occhiuto. «Non bastano slogan o campagne social per dire che la sanità calabrese è stata risanata. La verità – conclude – è che servono investimenti seri, nuove assunzioni di personale e strutture moderne. Solo così si potrà garantire a ogni cittadino lo stesso diritto alle cure, ovunque viva».