Regionali, Covelli (PD): «Cambiare o perire»
Il componente della direzione provinciale del Partito democratico offre un’analisi impietosa della performance alle regionali: «Non ci sono più alibi, bisogna favorire il rinnovamento»
«Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Per la terza volta consecutiva, il centrosinistra calabrese subisce una pesante sconfitta alle elezioni regionali. Questa volta, per la classe dirigente dei partiti, sostenuta da logiche di correnti nazionali anziché dall'interesse del territorio, non ci sono più alibi. La coalizione era ampia (dalla Casa dei Riformisti a Rifondazione Comunista) e unita sul candidato, Pasquale Tridico». È quanto dichaira Damiano Covelli, membro della direzione provinciale del Partito democratico di Cosenza.
«L'interrogativo è bruciante: perché, date queste condizioni, il centrosinistra ha fallito così sonoramente? A mio avviso, il problema risiede nella "desertificazione" del PD e del centrosinistra, iniziata con i commissariamenti del PD di anni fa, utilizzati per condizioni più personalistiche che indirizzate alla crescita del partito. Il PD, da partito strutturato, è diventato in Calabria una forza residuale del 13,50% in netta controtendenza con i risultati nazionali che si attestano a circa il 22%.
Non sono accettabili le giustificazioni furbesche e consolatorie di chi somma i risultati del PD con quelli di altre liste (come DP), cercando di presentare un bilancio positivo. Bisogna essere seri: dirigenti e militanti della lista DP non fanno parte del nostro partito. Il paradosso è che a Cosenza, la città del Presidente Occhiuto, seppur la coalizione di centrosinistra registra il suo miglior risultato (56,70%), il PD non riesce ad essere forza attrattiva se non grazie al lavoro costante e politico-istituzionale che soltanto alcuni in questi anni hanno svolto.
Questi dati sono la prova che l'opera di rinnovamento iniziata con il congresso provinciale che ha eletto il giovane Sindaco Matteo Lettieri è indispensabile. Un rinnovamento, purtroppo, impedito nella formazione di una lista davvero competitiva e di discontinuità. Un partito che in questi anni ha pensato più all’autoreferenzialità e alla conservazione, più ai “paracaduti” di pochi piuttosto che dare una visione alternativa al centrodestra. Infine, l'exploit di consensi della neo-consigliera Rosellina Madeo, alla quale auguro un buon lavoro, conferma che l'elettorato premia il cambiamento e che il partito necessita di una vera discontinuità.
Aprirsi al confronto con i territori soprattutto quelli marginali, Sindaci ed amministratori locali, circoli che in questi anni sono stati chiusi ed utilizzati solo alle scadenze elettorali. Apriamo porte e finestre. Non ci sono più scuse, bisogna favorire il rinnovamento che è esattamente il contrario del sostituismo. La vera mancanza è stata un'opposizione politica e sociale seria e costante, che doveva partire dal partito ad ogni livello, dai parlamentari e dalla dirigenza regionale, provinciale e locale, sostenendo con un continuo confronto il Gruppo Consiliare Regionale.
È arrivato il momento di rompere lacci e lacciuoli e i sodalizi complici che hanno impedito al PD di svolgere il suo ruolo di forza trainante. E’ urgente e necessario avviare nel partito una fase nuova di discontinuità e di forte cambiamento, non più chiuso e autoreferenziale. Per concludere, il PD in Calabria ha solo due alternative: cambiare rotta o perire», conclude Damiano Covelli.Regionali, Covelli (PD): «