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19/11/2022 ore 20.18
Politica

Rende, Corina (Laboratorio civico) risponde alla minoranza: «Fate male i conti»

La stoccata: «Quello che più allarma e preoccupa è l’entità della reiterata spericolatezza degli improbabili “minoritari” eroi»
di Redazione

«Il pressapochismo e l’approssimazione non sono compatibili con il ruolo della centralità della politica». Così in una nota il consigliere rendese Francesco Corina di Laboratorio civico, risponde all’opposizione.
«In tale ottica, anche una minoranza risicata e sprovveduta come quella rendese ha la responsabilità e l’obbligo morale (e non solo) di garantire ai cittadini, alle imprese e alle realtà culturali e religiose che operano e che caratterizzano lo stato sociale della nostra città, un supporto propositivo nell’ambito dell’organico consiliare.
Ho già avuto modo di affermare che, mai come in questo momento storico, è necessario mettere in campo responsabilità, competenza, coraggio, strumenti di competizione amministrativa e maturità istituzionale quali pilastri di legalità, di progresso e di etica politica.
Ma, al di là di quella che può confondersi per facile retorica, la logica del contesto che ci occupa impone di non concedere a nessuno di qualificare e/o strumentalizzare la città come una entità di “vuoto a perdere”, come tenta di fare la compagine di minoranza, (ad esclusione della saggia e giudiziosa consigliera Rossana Ferrante, che si è guardata bene dal sottoscrivere la stessa mozione) di cui, nella giornata di ieri, si sono occupati gli organi di stampa.
Questo è quanto si è registrato sulle pagine politiche: i consiglieri di minoranza presentano una mozione di sfiducia!
Se, tuttavia, la notizia è saltata agli occhi, nondimeno, esaminate le motivazioni sottese alla richiesta ed avuto riguardo ai riferimenti normativi, la perplessità prima e lo sgomento poi, hanno preso il sopravvento: raro caso di patologia comportamentale che contrasta con i più elementari principi di prudenza e di buon senso e tutto ciò senza considerare come i temerari della minoranza fanno male i conti. Non si soffermano, infatti, sui dati normativi sui quali àncorano la loro richiesta e che, a mente di un attento esame, facciano riferimento a percentuali che lo stesso “sparuto drappello”, senza l’adesione della consigliera Ferrante, non raggiunge.
Con la conseguenza che l’istanza si qualifica come improcedibile, come puntualmente rilevato, con motivata contestazione, dall’ufficio di Presidenza del Consiglio.
Da qui il dato politico e le finalità connesse che si realizzano – continua la nota – esclusivamente, con la responsabile resistenza e nella certezza di un dovere morale di contribuire attivamente alla migliore gestione del presente ed al futuro della nostra città e della collettività tutta.
Ma quello che più allarma e preoccupa è l’entità della reiterata spericolatezza degli improbabili “minoritari” eroi.
Non v’è dubbio, infatti, come a questi “baldi giovani” sia sfuggita la conoscenza delle motivazioni rese dal TDL di Catanzaro che, come noto, aveva ritenuto, dopo un serio contraddittorio, di revocare le misure cautelari cui il nostro Sindaco era stato destinatario, e della quale ne sono state rese pubbliche le ragioni.
Questi, in sintesi, parte delle pregnanti motivazioni:
“Il Collegio, ritiene che la condotta addebitata al Manna non sia sussumibile nella fattispecie di cui all’art. 416 ter cp, difettando, allo stato, qualsiasi elemento su cui fondare la partecipazione del ricorrente a tale specifico accordo illecito – si riscontrano addirittura elementi contrari alla sussistenza di tale sinallagma – ala luce di quanto esposto il Collegio ritiene, allo stato, insussistenti i gravi indizi di colpevolezza  in relazione al reato di scambio elettorale politico-mafioso”».