Rende, la Federazione Riformista punta i riflettori sull'abbandono del Parco Robinson
«Alcune scuole private materne ed elementari (non sappiamo quelle pubbliche) di Rende e di Cosenza portano i bambini in aziende agricole dell’area urbana e di Rende, per far conoscere ai discendi gli animali domestici. Una volta, per più di 30 anni, sino al 2013, genitori e nonni portavano i bambini al nostro parco Robinson, dove li aspettavano cavalli, poni, asini, caprette, struzzi, daini, pavoni, fagiani e pappagalli, ecc». È l’incipit di una nota della Federazione Riformista che punta i riflettori sullo stato di abbandono di uno dei polmoni verdi dell’area urbana.
«Il 2014 il grazioso zoo rendese è stato smantellato da un commissario prefettizio insensibile che, pur di liberarsi degli animali, ha regalato anche le voliere che erano costate fior di quattrini (il regalo costituisce danno erariale?). Oggi – spiegano i principiani – con i fondi europei dell’Agenda Urbana, c’era la possibilità di ricostruire il piccolo zoo al Parco Robinson, addirittura si poteva potenziarlo arricchendolo con altre specie di animali. In tal modo, i fondi straordinari europei di sarebbero spesi correttamente per realizzare un’opera strategica. Invece, ben 720.000 euro vengono utilizzati per costruire una rampa, i famosi sentieri sensoriali ed un misero gioco per bambini da aggiungere a quelli già esistenti nel parco da più di 20 anni».
«Si precisa – continua la Federazione Riformista – che la nuova tristissima illuminazione sarà installata nel parco con i fondi utilizzati per l’efficientamento energetico. Una bella dimostrazione di professionalità e di fantasia da parte degli ex reggitori della cosa pubblica (giunta Manna) e dei loro collaboratori a contratto. Certamente, tutti hanno diritto di accedere ai luoghi pubblici in modo agevole e sicuro. Ma il parco non è una scuola, né un municipio, né un centro sociale, luoghi in cui è doveroso predisporre speciali percorsi di accesso anche per quanti soffrono di determinate problematiche. Ma qui si tratta di un parco; ed è fuor di dubbio, che, in questo caso, i primi utenti a cui si sarebbe dovuto pensare sono le migliaia e migliaia di bambini di Rende, dell’area urbana, della provincia di Cosenza e della regione, che rappresentano il futuro delle nostre comunità».