Sandro Principe: «Il comitato per il No sta ragionando sui temi, entro metà gennaio il candidato»| VIDEO
Secondo Sandro Principe, dopo la vittoria schiacciante al referendum, il comitato per il No a Rende non ha ancora esaurito la sua fusione politica. Due sono gli obiettivi che deve ancora perseguire. Uno di “politica estera” per così dire ovvero continuare a ragionare sull’unione dei Comuni, preliminare poi ad un’eventuale fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero. Sul fronte della “politica interna”, invece, deve ragionare sulle imminenti elezioni amministrative a Rende. Ma guai a chiedergli se sarà candidato a sindaco perché giudica la domanda troppo prematura.
«Gli amici e i compagni si parlano, discutono, si confrontano – dice Principe – se vengono fuori delle soluzioni molto condivise si va dalle persone che si ritengono adeguate per svolgere determinati ruoli e se c’è una disponibilità si va avanti, se questo non sarà è un altro scenario, lo verificheremo fra una ventina di giorni, per metà gennaio, anche se personalmente mi auguro molto che si centri il primo obiettivo, anche perché poi sai cosa succede, quando le persone si praticano e ragionano insieme cadono a volte delle suggestioni che ognuno di noi può avere verso altri in modo non corretto, quindi questa battaglia che abbiamo condotto con forza insieme ha aiutato anche a distendere e ristabilire i rapporti umani corretti».
Rende quindi potrebbe essere un laboratorio politico anche perché Principe ricorda come «a Rende non hanno mai contato i partiti provinciali o regionali, le decisioni nel bene e nel male con un consenso larghissimo o con un consenso magari più ristretto si sono prese sempre all’interno della nostra città e questo Comitato ha riscoperto questo valore dell’autonomia e questo certamente ci unisce perché siamo consapevoli che quello che dovrà essere l’avvenire di Rende sia nel rapporto con le altre comunità, sia per le problematiche squisitamente rendesi si debbono assumere nella piena autonomia delle classi dirigenti e soprattutto dei cittadini di Rende»
Le questioni sul tappeto sono tante, a partire dallo sviluppo urbanistico della città. Su questo l’ex sindaco lancia la sua proposta, che ha sottoposto anche alla valutazione del comitato. «La mia visione è in termini di crescita dell’accoglienza abitativa, Rende non ha bisogno di metri cubi più, io vedrei una limitata crescita che può interessare le case popolari, perché da quando in Italia non si investe più nelle case popolari, sia in termini del vecchio istituto che si chiamava edilizia sovvenzionata, sia per le cooperative si chiamava edilizia convenzionata, i giovani non sanno a quale santo votarsi quando si sposano, con gli stipendi di questo Paese che sono fermi da 30 anni, perché in Italia c’è una questione del lavoro grande quanto i grattacieli più alti degli Stati Uniti». Su questo Rende ha una grande tradizione che Principe ricorda il quartiere d’Europa, gli interventi a Sant’Agostino, a Dattoli, «pensi che a Sant’Agostino abbiamo messo insieme le ville della borghesia cosentina con le cooperative edilizie del ceto medio rendese e cosentino. Allora io vedo personalmente investimenti notevoli per mantenere all’altezza dei tempi delle infrastrutture, porsi il problema dei servizi».
Quando si parla di servizi non si può non parlare di sanità. In attesa del futuro nuovo ospedale Principe lancia un messaggio a Franz Caruso. «Bisogna fare investimenti potenti sull’Annunziata, che mentre si risolve il problema del nuovo ospedale va riportata ad un livello che possa dare risposte alle esigenze di salute dei cittadini della provincia di Cosenza, perché è un ospedale Hub. Per cui se io fossi il sindaco di Cosenza, subito convocherei un tavolo con la Regione per dire, partiamo dall’esistente, tu mi devi garantire tutte le risorse perché nel giro di pochi anni, con un piano di investimenti intensivi, l’Annunziata diventi un vero Hub»
Un tema che sarà molto dibattuto in campagna elettorale sarà certamente lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. «Per cui, a parte quello che sta verificando la magistratura di merito, pare che queste inchieste che spesso sono dei polveroni, vengono smontate pezzo dopo pezzo, ma a prescindere da questo Rende è una società sana. Una città che avrà 5-6 musei, 3-4 biblioteche, non so quante parrocchie anche di nuova realizzazione, molte realizzate addirittura dal municipio, un’area industriale, commerciale che ha migliaia di addetti, una grande università e se non sono anticorpi questi, per cui prima di fare teoremi bisognerebbe conoscere la reale consistenza della società civile, quindi da questo punto di vista sono perfettamente tranquillo».