A Paola rimosso tumore raro di 40 cm: operazione record nello spoke tirrenico
Un’équipe multidisciplinare ha portato a termine un intervento chirurgico di altissima complessità, evitando alla paziente il trasferimento in un centro oncologico del Nord
Un’operazione chirurgica di straordinaria complessità è stata eseguita nei giorni scorsi all’Ospedale San Francesco di Paola, dove una paziente è stata liberata da un tumore raro e particolarmente esteso, che raggiungeva i 40 centimetri e coinvolgeva più organi. Un caso che, in condizioni ordinarie, sarebbe stato destinato alla migrazione sanitaria verso centri oncologici del Nord Italia, ma che invece è stato affrontato con successo nello spoke Paola-Cetraro, grazie a un lavoro di squadra esemplare.
La forza del modello multidisciplinare
La decisione di procedere chirurgicamente è maturata all’interno del Gruppo Oncologico Multidisciplinare, che riunisce le diverse specializzazioni mediche per valutare i casi complessi. L’unità di oncologia guidata dal dottor Gianfranco Filippelli ha seguito la paziente fino al tavolo operatorio, dove l’intervento è stato diretto dal dottor Simone Squillante, affiancato dal primario di ginecologia Bruno Tucci e dal responsabile di urologia Agostino Gattuso.
Fondamentale il supporto delle anestesiste, le dottoresse Lilly Brunelli e Rosa Gallo, che hanno garantito la stabilità della paziente durante un’operazione lunga e rischiosa. Alla fine, la squadra ha raggiunto l’obiettivo più ambizioso: la radicalità oncologica, cioè la completa rimozione della neoplasia.
Un risultato che vale doppio
Il tumore, non solo per dimensioni ma anche per la sua natura rara e aggressiva, rappresentava una sfida clinica enorme. La sua asportazione segna un traguardo importante non solo per la paziente, che ora può guardare al futuro con rinnovata fiducia, ma anche per la sanità calabrese, spesso raccontata solo per le sue carenze.
In contesti simili, le famiglie sono costrette ad affrontare viaggi logoranti verso ospedali del Nord, con costi economici e umani altissimi. Questa volta, invece, la Calabria ha dimostrato di saper dare risposte di eccellenza direttamente sul territorio.
Un segnale di speranza per il territorio
Il successo ottenuto a Paola è la prova concreta che, quando le competenze si integrano e le strutture lavorano in sinergia, anche gli spoke possono diventare luoghi di cura avanzata. È la dimostrazione che investire nella sanità locale non significa solo rafforzare i reparti, ma ridare dignità e fiducia a una comunità intera.
«Questo è stato un grande risultato di squadra – sottolineano i medici coinvolti – e il merito va a tutte le professionalità che hanno contribuito, unite da un unico obiettivo: salvare la vita della paziente».
Dall’eccezione alla regola
Il caso di Paola, oggi salutato come un risultato straordinario, deve diventare una pratica consolidata. Perché la sanità calabrese non può permettersi che successi simili restino episodi isolati. La vera sfida è trasformare questi modelli virtuosi in standard, capaci di garantire qualità e continuità delle cure a tutti i cittadini.
Un tumore di 40 centimetri rimosso nello spoke di Paola non è soltanto una notizia di sanità: è il simbolo di una Calabria che, quando mette a sistema le sue eccellenze, può scrivere pagine nuove, lontane dagli stereotipi della rassegnazione e vicine a quelle della speranza.