Belvedere, l'ex clinica Tricarico "ostaggio" dell'asta giudiziaria. E i dipendenti restano senza stipendio
Situazione sempre più ingarbugliata per quel che riguarda l’ex clinica Tricarico di Belvedere Marittimo, attualmente “Tirrenia Hospital”. L’imponente struttura sanitaria di Belvedere Marittimo è in attesa di conoscere quello che sarà il proprio destino dopo l’asta giudiziaria del dicembre scorso e nel frattempo i dipendenti restano senza stipendio.
Le tappe della vicenda
Dopo le note vicissitudini della famiglia Tricarico, la clinica privata, attualmente, è gestita dall’imprenditore cosentino Giorgio Crispino, che nell’estate del 2019 ha preso in fitto per 3 anni la struttura. Lo scorso 9 dicembre, nel giorno fissato dai curatori fallimentari per l’asta per l’acquisizione definitiva al tribunale di Paola, c’è stata la presentazione di una busta con un’offerta da parte dell’Acn Medical, società facente capo al gruppo Citrigno. La stessa ha avanzato al Tribunale un’offerta al ribasso: 16,5 milioni di euro offerti su una base d’asta di circa 22 milioni. Ma cinque giorni dopo, a poche ore dalla dead-line, Crispino ha esercitato il proprio diritto di prelazione, versando una caparra di circa 2,5 milioni di euro e riacquisendo la possibilità di completare il pagamento per intero, pareggiando quindi l’offerta di Citrigno, entro 60 giorni. Pochi giorni fa però, il Gruppo Citrigno ha nuovamente rilanciato, aumentando la loro prima offerta. Al momento il tribunale deve ancora pronunciarsi.
Nel frattempo in clinica…
Alla fine di gennaio, come sempre, sono arrivate sulle mail di tutti i dipendenti le copie delle buste paga di dicembre. Ma nei giorni scorsi, l’amara sorpresa: nessun accredito sui conti correnti dei circa 170 dipendenti. Una situazione che, nella gestione di Crispino, non si era mai verificata e che, ovviamente, ha messo in allarme i lavoratori. Un segno di resa o un tentativo estremo di racimolare denaro per poter rispondere al rilancio di Citrigno?
La drammatica situazione di altri undici dipendenti
Senza dimenticare la situazione degli undici cassintegrati. Questi dipendenti, che non si recano sul posto di lavoro ormai dalla primavera del 2020, non sono rientrati nel nuovo decreto Sostegni emanato nei giorni scorsi, quando al contrario era stato loro annunciato che anche per il mese di gennaio sarebbero stati posti in cassa integrazione. Ad oggi per loro c’è solo una comunicazione datata 31 gennaio, nella quale sono stati avvertiti che in attesa della valutazione della nuova cassa integrazione, sono posti in ferie per tutto il mese di febbraio. Un limbo difficile da decifrare che lascia tanti dubbi ma nel quale, come sempre, a pagare sono i lavoratori.