“Botulino, il veleno che ferma il respiro”: esperti a confronto per due giorni a Cosenza
VIDEO | Appuntamento i prossimi 26 e 27 novembre presso la sede dell’Ordine dei Medici. Il direttore del Dipartimento di Emergenza-Urgenza dell’AO Andrea Bruni: «Questo approfondimento nasce dall’urgenza che abbiamo affrontato lo scorso mese di agosto con il cluster sviluppatosi a Diamante»
Il direttore del Dipartimento di Emergenza-Urgenza dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza Andrea Bruni, che ricopre anche le funzioni di direttore della Unità operativa complessa di terapia intensiva e di anestesiologia, è stato ospite dello spazio intervista del nostro network, per presentare la due giorni di confronto scientifico, formazione e sensibilizzazione dedicata a una delle patologie più rare ma più insidiose: il botulismo. L’iniziativa nasce sulla scorta della drammatica sequenza di eventi che ha scandito l’estate scorsa, con numerosi casi gestiti nel plesso dell’Annunziata a causa del diffuso consumo, nel centro turistico di Diamante, di cibo da strada contaminato dalla diabolica tossina. “Botulino: il veleno che ferma il respiro - Il valore della tradizione, l’importanza della prevenzione”, il titolo dell’appuntamento in programma il 26 e il 27 novembre nella sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Cosenza, promosso dalla stessa Azienda Ospedaliera con il patrocinio della Regione, delle Università della Calabria e Magna Graecia di Catanzaro e degli ordini professionali sanitari territoriali.
Veleno potentissimo
«Il botulino è uno dei veleni più potenti al mondo - ha spiegato Andrea Bruni - Bastano pochissime quantità di tossina per paralizzare tutta la muscolatura di un individuo, inclusa quella dell’apparato respiratorio, e quindi provocare conseguenze che possono essere anche letali come l'insufficienza respiratoria acuta con decesso per asfissia. Questo approfondimento medico-scientifico nasce proprio all’indomani della esperienza di gestione del cluster da intossicazione botulinica verificatosi lo scorso mese di agosto. Abbiamo ritenuto opportuno promuovere un confronto con la comunità scientifica con l’obiettivo di affrontare temi cruciali quali la diagnosi precoce, la disponibilità dell’antitossina, la gestione ventilatoria del paziente critico e il suo supporto nutrizionale. Vi saranno inoltre temi divulgativi, come la sicurezza alimentare e la necessità di coniugare la tradizione gastronomica calabrese con la prevenzione».
La gestione dell’antitossina
La prima giornata, quella del 26 novembre, si aprirà con la testimonianza di Gaia Vitiello, giovane vittima di intossicazione botulinica strappata alla morte dai sanitari ed oggi voce significativa per la sensibilizzazione sul tema. Seguiranno due contributi dedicati alla gestione logistica dell’emergenza: “La filiera del soccorso militare nell’emergenza sanitaria”, a cura del Tenente Generale Carlo Catalano, Ispettore Generale della Sanità Militare e Capo del Corpo sanitario dell’Esercito e la “Procedura di autorizzazione alla mobilizzazione dell’antitossina botulinica dalla Scorta Nazionale Antidoti e Farmaci”, presentata dalla dott.ssa Francesco Zaffini, direttore dell’Ufficio Gestione Sanitaria dell’Emergenza del Ministero della Salute.
Molti profani della materia, infatti, nelle fasi concitate dell’emergenza, soprattutto attraverso i social, hanno imprudentemente puntato l’indice contro il presidio dell’Annunziata perché non fornito del siero antiveleno. Andrea Bruni ribadisce: «I depositi che detengono la sostanza antibotulinica sono gestiti direttamente dal Ministero della Salute. La loro ubicazione non è di dominio pubblico poiché l’antitossina viene utilizzata anche a scopo militare. Nel momento in cui abbiamo diagnosticato il botulino nel primo paziente abbiamo ricevuto due fiale giunte a Cosenza attraverso una staffetta dalla farmacia militare di Taranto.
Poi ci siamo resi conto che quella procedura non era idonea a fronteggiare l'emergenza ed anche che il numero dei casi non era quantificabili poiché l'incubazione della tossina può durare fino a 14 giorni prima che sprigioni i suoi effetti letali. Per cui abbiamo contattato il centro antiveleni ed interloquito con il professor Carlo Locatelli riuscendo a trasferire in anticipo altre scorte di antitossina da Roma verso il nostro ospedale».
Due giornate di dibattiti e approfondimenti
Proprio Carlo Locatelli sarà protagonista anche del convegno scientifico; nella prima giornata terrà una lectio magistralis sul tema “Intossicazione botulinica: dalla diagnosi clinica al trattamento”. La seconda giornata sarà articolata in due sessioni. La prima, “Intossicazione da botulino: diagnosi e gestione delle complicanze cliniche”, ospiterà tra gli altri l’intervento del prof. Fabrizio Anniballi, responsabile del Centro di riferimento nazionale per il botulismo, dedicato alla sintomatologia e alla diagnosi laboratoristica. La seconda sessione, “Botulismo e gestione dell’emergenza: stato attuale e programmazione futura”, approfondirà il rischio nell’agroalimentare, la pianificazione dell’emergenza per afflusso massiccio, la gestione dei cluster e le prospettive future, con una relazione del Direttore Generale Vitaliano De Salazar.
Porte aperte in terapia intensiva
Nell’intervista rilasciata al nostro network Andrea Bruni ha parlato anche della nuova organizzazione della terapia intensiva; da qualche tempo infatti è consentito ai familiari di stare vicini ai propri congiunti, naturalmente nel rispetto di una serie di regole: «L’orario visite si protrae per molte ore – ha precisato il primario – Dalle ore 11 del mattino fino alle 22 di sera. La sperimentazione sta funzionando. Le famiglie si sentono più accolte, vivono meno quel sentimento di angoscia che si prova quando c'è un proprio congiunto all'interno del reparto di rianimazione e anche i pazienti vivono un sentimento di maggiore tranquillità potendo essere circondati dai propri affetti quotidianamente».