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04/03/2024 ore 14.20
Sanita

La transazione "fiduciosa" dell'Asp di Cosenza con una società di factoring

Il direttore generale chiude un contenzioso con una società milanese a 39 milioni, ma poi scrive che eventuali somme non dovute saranno restituite
di Massimo Clausi

La Guardia di Finanza nei giorni scorsi è tornata nella sede centrale dell’Asp di Cosenza per acquisire tutta una serie di documenti. Da quanto trapela i finanzieri hanno agito su delega della Procura di Milano che sta indagando sui rapporti, negli ultimi tempi molto intensi, fra la più grande Asp calabrese e l’agenzia sanitaria regionale lombarda.

Naturalmente sulle indagini vige il massimo riserbo, ma le ipotesi vanno in due direzioni. La prima riguarda l’acquisto da parte dell’Asp di Cosenza di una serie di ambulanze di seconda mano per tutta la regione dall’Areu. L’Asp ha infatti proceduto all’acquisto perché delegata da Azienda zero alla riorganizzazione del servizio di emergenza/urgenza sul territorio regionale.

L’altra ipotesi riguarda l’annoso problema del pagamento doppio delle fatture. Il meccanismo, che è al centro anche di un’inchiesta della Procura di Cosenza, è noto. I creditori dell’Asp cedono a società di factoring il loro credito. Nonostante ciò, dopo qualche tempo compiono una transazione su quello stesso credito con l’azienda sanitaria, mentre anche chi ha acquistato il credito incassa la stessa fattura. Una situazione nota, dovuta certamente ad una carenza organizzativa della stessa azienda e soprattutto alla mancata approvazione di una serie di bilanci, al punto che l’ex commissario al piano di rientro, Massimo Scura, nel suo libro “Calabria malata. Sanità, l’altra ‘ndrangheta” scrive che il miglior investimento possibile è proprio un credito con le aziende sanitarie calabresi che offrono un rendimento sicuro vicino al 9%.  Anche l’ex consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione, nel suo volume “Amara verità” parla di caos organizzato nella contabilità delle nostre aziende che consente fenomeni come quelli che stiamo descrivendo.

Naturalmente le varie aziende sanitarie stanno cercando di mettere in campo un argine a questo fenomeno, ma non sempre con successo. Curiosa, ad esempio, è la delibera recentemente licenziata dall’Asp di Cosenza (la n°2807 del 21 dicembre 2023) su proposta del direttore generale, Antonio Graziano.

La delibera cerca di mettere un punto al rapporto fra l’azienda e uno dei colossi del factoring che ha sede a Milano. Con l’atto si cerca di porre fine al contenzioso fra le parti con una transazione finale. L’importo pattuito è di circa 39 milioni di euro. Oltre 23 milioni di euro riguardano gli oneri accessori accumulati nel tempo. Sedici, invece, sarebbero quelli legati al debito effettivo contratto dall’Azienda sanitaria negli anni con le aziende private e i fornitori. Altri 1,8 milioni invece riguardano “fatture non registrate oggetto di titoli esecutivi”.

La cosa particolare di questa delibera è che essa è nata su impulso della direzione generale, assistita dal direttore sanitario e dal direttore amministrativo. Da quanto capiamo, quindi, non è stato coinvolto né l’ufficio legale né quello della Ragioneria. Verrebbe da chiedersi quindi come è stato calcolato il debito che l’Asp aveva verso questa società. Una domanda che si infittisce continuando a leggere la delibera e in particolare il punto in cui si legge che «eventuali somme corrisposte in relazione al suddetto accordo transattivo e non risultanti dovute, per qualsiasi titolo, saranno oggetto di restituzione». Bisognerebbe chiedersi chi dovrebbe verificare se questi quattrini erano dovuti o meno visto che la somma è stata già erogati. Si vedrà anche quale sarà il giudizio della Corte dei Conti a cui la delibera è stata trasmessa.