Sezioni
02/07/2025 ore 21.21
Sanita

Liste d’attesa gestite in modo “opportunistico”: la Dulbecco avvia un'indagine interna sul reparto di Oculistica

Dopo l’arresto del primario Scorcia, l’Azienda ospedaliera-universitaria istituisce una Commissione per verificare distorsioni nell’accesso alle cure tra pubblico e privato
di Redazione

Dopo l’arresto del primario di Oculistica Vincenzo Scorcia, accusato di aver orchestrato un sistema parallelo di gestione privatistica delle liste d’attesa, l’Azienda ospedaliero-universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro ha deciso di avviare un audit interno.

La decisione, come si legge in una nota ufficiale, è stata adottata «indipendentemente dai controlli di routine già effettuati dalle strutture aziendali preposte». L’obiettivo è fare piena luce su eventuali condotte opportunistiche e distorsive nella gestione degli accessi alle prestazioni sanitarie.

Per questo è stata istituita una Commissione ad hoc, incaricata di analizzare diversi aspetti critici, tra cui: il rispetto dei criteri di accesso ai servizi, i volumi di attività svolti in regime istituzionale e in libera professione, la composizione delle agende pubbliche e riservate, i tempi di attesa e le priorità assegnate ai pazienti.

Leggi anche ⬇️

Al termine dei lavori, le risultanze saranno sottoposte alla verifica anche da parte di Azienda Zero, l’ente regionale che coordina il sistema sanitario calabrese.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Catanzaro, ha portato agli arresti domiciliari Vincenzo Scorcia, accusato di aver garantito – con il supporto della segretaria Maria Battaglia – l’accesso “privilegiato” a interventi chirurgici in ospedale per pazienti visitati a pagamento presso una struttura privata.

Secondo l’accusa, questi pazienti avrebbero saltato le liste d’attesa pubbliche, ricevendo gratuitamente prestazioni sanitarie all’interno della struttura ospedaliera, a scapito degli utenti che avevano seguito il normale percorso pubblico. Un sistema che, di fatto, avrebbe aggirato le regole sull’accesso equo e trasparente alle cure sanitarie.