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04/12/2025 ore 14.30
Sanita

Morte di Serafino Congi, la famiglia in presidio sotto l’ASP di Cosenza: «Vogliamo risposte»

A undici mesi di distanza dalla tragedia che sconvolse San Giovanni in Fiore, sull’inchiesta dell’Azienda Sanitaria Provinciale è calato il silenzio. Il padre in lacrime: «Voglio giustizia»

di Francesco La Luna

Un uomo si ferma ad ascoltare. Poi si avvicina. «Scusate, posso unirmi a voi per reggere lo striscione?», chiede. In silenzio, gli altri presenti fanno spazio. Sulla vicenda della morte di Serafino Congi, il 48enne di San Giovani in Fiore morto lo scorso 4 gennaio per un infarto dopo aver aspettato invano per tre ore un’ambulanza con un medico a bordo, regna un grave quanto ingiustificabile silenzio. Dopo il rumore dei primi giorni e l’apertura di un’inchiesta da parte dell’ASP di Cosenza, la vicenda è passata in secondo, terzo, quarto piano.

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Proprio per riaccendere i riflettori su quanto accaduto, la famiglia dell’uomo questa mattina è scesa in protesta silenziosa di fronte alla sede dell’Azienda Sanitaria Provinciale bruzia. «Noi siamo qui non perché vogliamo giustizialismo, ma perché vogliamo giustizia». A parlare è Maria Costanza Barberio, dell’associazione “Siamo tutti Serafino”, nata dopo la vicenda a San Giovanni in Fiore per tutelare le vittime di malasanità e i loro familiari. «Vogliamo sapere cos’è successo quel giorno, perché è successo a Serafino che è riuscito a resistere per tre ore ma sarebbe potuto succedere a ognuno di noi».

Il padre di Congi: «Aspetto giustizia o me la faccio da solo?»

Una tragedia con riflettori accesi a intermittenza, finché non si sono spenti del tutto. Ma la storia di Serafino Congi è stata quella di tanti altri calabresi vittime di un sistema sanitario che troppo spesso finisce in prima pagina per le ragioni sbagliate.

Il padre di Serafino Congi, visibilmente commosso, si sfoga: «Non hanno salvato la vita di mio figlio, non l’hanno fatto arrivare a Cosenza. Vogliamo giustizia per me, per la madre, per le figlie di Serafino. Io aspetto giustizia, ma che devo fare? Aspetto o me la faccio da solo? Arrivato a questo punto – aggiunge ancora, con la voce rotta dall’emozione – appare chiaro che quello che è successo a mio figlio può accadere a tutti». Ancora una volta, dietro lo striscione “Siamo tutti Serafino” ci sono fisicamente i genitori dell’uomo morto undici mesi fa, ma fattivamente tutti i calabresi vittime dei problemi del sistema sanitario. Per chiedere risposte su una morte inspiegabile.