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14/07/2023 ore 16.46
Sanita

Nuova rete ospedaliera, a Cosenza calano i posti letti assegnati

Scendono rispetto al decreto Scura del 2016 in quasi tutti i presidi del cosentino. Il sindaco di Acri minaccia le vie legale, scontento anche da Cetraro
di Massimo Clausi

IL centrodestra ha presentato con grande soddisfazione la riorganizzazione della rete ospedaliera e assistenziale disegnata dal commissario Roberto Occhiuto. Un provvedimento centrale per il rilancio del comparto e che va ad annullare la precedente riorganizzazione effettuata dall’allora commissario, Massimo Scura, con il decreto n° 64 del cinque luglio 2016.

Nel piano sono indicati, ospedale per ospedale, i posti letto attivabili. Bisogna prestare attenzione a questa parola perchè attivabili non significa che sono operativi. Basti pensare che l’ex consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione, due anni fa fece una ricognizione e scoprì che in provincia di Cosenza mancavano circa 370 posti letto, previsti sulla carta ma mai attivati per mancanza di personale sanitario e, nel caso dell’ospedale dell’Annunziata, anche per mancanza di spazi.

Tornando al nuovo decreto, e fermando lo sguardo alla provincia di Cosenza, diciamo subito che non ha lasciato tutti soddisfatti e il perché lo si capisce proprio confrontando il vecchio piano di Scura e quello recentemente licenziato da Occhiuto.

Partiamo proprio dall’hub ospedaliero dell’Annunziata. Nel decreto Scura del 2016 erano previsti 705 posti letto, in quello attuale ne sono previsti invece 733. Si potrebbe dire quindi che su Cosenza c’è stato un incremento. Però bisogna considerare un altro fattore. Il Decreto legislativo del 19 maggio 2020 n°34 prevedeva, sulla scia della pandemia, un incremento delle terapie intensive e delle terapie semi intensive in tutta Italia. Da queste parti si prevedeva un aumento di 34 posti letto in terapia intensiva e 28 si semi intensiva. Se consideriamo questo fattore i posti letto all’Annunziata avrebbero dovuto essere 767.

Ancora. Tagli in realtà ci sono stati anche allo Spoke di Castrovillari che nel 2016 aveva una previsione di 226 posti letto e nel nuovo decreto ne vede assegnati solo 205. Decremento di posti anche per lo Spoke di Corigliano Rossano che nel vecchio decreto aveva 273 posti disponibili e oggi solo 265. Infine per Paola-Cetraro si è passati da 261 a 204.

A questi poi vanno aggiunti i posti degli ospedali di comunità che in provincia saranno sette per venti posti letto ciascuno.

Insomma dal computo totale ci sono circa 86 posti letto in meno. Naturalmente nel computo non consideriamo i presidi di Praia a Mare e Trebisacce che sono stati attivati da due sentenze del Consiglio di Stato e per i quali il Ministero ha nominato due commissari ad acta (nel caso di Trebisacce commissario è Andrea Urbani, già subcommissario al Piano di Rientro sanitario) Ovviamente riteniamo che questi tagli siano dovuti alla cronica difficoltà ad assumere personale sanitario. Ma è un dato che le attese ai Pronto Soccorso in alcuni casi sono insopportabili in attesa che si liberi un posto per essere ricoverati.

Difatti si stanno levando alcune voci critiche contro il decreto. La più forte è quella del sindaco di Acri, Pino Capalbo, che annuncia un ricorso contro il decreto. Il Presidio ospedaliero Beato Angelo di Acri – scrive il sindaco Capalbo – passa infatti da 32 posti letto a 26. Eppure le relazioni Performance anno 2022 e del report dell’Agenas anno 2022 accertavano, rispettivamente, la prima una percentuale del 104,1% del tasso di utilizzo dei posti letto ordinari mentre per il secondo l’Ospedale di Acri, tra gli ospedali della provincia di Cosenza, era tra quelli in cui si registravano performance di alta qualità nell’area medica. Non si capiscono quindi in base a quali criteri si sia verificato il taglio.

Ma voci critiche arrivano anche da Cetraro. Lì il nosocomio è stato al centro di un lungo braccio di ferro con Paola. Oggi, però, i rappresentanti di Azione dicono che «Non ci sarà nessun polo chirurgico. Ma c’è di più: qualche mese fa era stato annunciato il servizio di “Stroke Unit”, ricordate? Bene – si legge nella nota a firma anche di Psi, ItaliaViva, Progetto Sviluppo -, è sparito anche quello perché se prima la Neurologia era prevista a Cetraro, adesso viene prevista a Paola. Ed ancora: il laboratorio analisi è previsto solo a Paola, così come il servizio trasfusionale, funzione questa essenziale per riaprire il punto nascita e che di norma dovrebbe essere allocato presso il polo chirurgico.

E per finire: chiuso il pronto soccorso (che rimane a solo Paola), abolizione dei posti letto di lungodegenza, nonché quelli in “day hospital” dei reparti di medicina ed oculistica ed il servizio di radiologia che viene previsto a Cetraro senza primario. Pertanto se il punto nascita non verrà subito riaperto, se per fare una Tac o una Risonanza ci vorranno mesi e mesi, se l’urologia non riuscirà a garantire gli interventi necessari, se gli 8 posti di sub intensiva non saranno attivati, tutto ciò che oggi è previsto dal decreto rimarrà solo carta straccia».