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19/09/2025 ore 08.03
Sanita

Ospedale Annunziata di Cosenza, per la Cisl medici violati i principi del SSN

Il sindacato guidato da Nino Accorinti denuncia nomine universitarie senza concorso, utilizzo improprio di fondi europei e penalizzazione dei medici ospedalieri

di Redazione
Ospedale dell'Annunziata di Cosenza

La Cisl Medici Calabria, con una nota a firma del reggente Nino Accorinti, accende i riflettori su quanto sta accadendo all’Ospedale Annunziata di Cosenza, parlando apertamente di «violazione dei principi fondamentali in materia di tutela della salute dei cittadini».

Il sindacato, assistito dall’avvocato Donato del Foro di Roma, ha presentato ricorso ad adiuvandum al TAR Calabria nel procedimento avviato dall’ACOI contro le nomine dei primari universitari senza concorso, ritenute non conformi alle disposizioni nazionali. Secondo la Cisl Medici, si assiste a una vera e propria «colonizzazione» delle direzioni ospedaliere da parte di docenti universitari indicati dall’Accademia, alcuni dei quali privi perfino dei requisiti minimi richiesti per l’incarico. Tutto ciò, pur in assenza di un riconoscimento giuridico dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza come Azienda Ospedaliero-Universitaria ai sensi del D.Lgs 517/99.

Il sindacato contesta, inoltre, il Decreto Commissariale n. 197/2022, con cui Regione Calabria, Università e Azienda Ospedaliera hanno sottoscritto un protocollo che individua l’ospedale bruzio come «azienda di riferimento». A questo si aggiunge l’atto aziendale approvato con il DCA n. 258 del 25 giugno 2025, che conferma la direzione universitaria delle strutture complesse, tagliando di fatto fuori i medici ospedalieri da ogni possibilità di carriera.

Il punto più critico, secondo la Cisl, riguarda il finanziamento: il DCA n. 19 del 24 gennaio 2025 destina risorse regionali ed europee per retribuire 18 professori universitari con una spesa di 1,8 milioni di euro l’anno per 15 anni, pari a oltre 27 milioni complessivi. Ma i fondi europei (FESR), ricorda Accorinti, non possono essere utilizzati per spese di personale, configurando così una distrazione di risorse pubbliche.

«Così si penalizzano merito, competenze e legittime aspirazioni di carriera dei medici ospedalieri – denuncia la Cisl Medici – favorendo la fuga verso il privato o l’estero. È necessario che il TAR riporti legalità e chiarezza nei rapporti tra Università e SSN». La federazione sta anche preparando un ricorso al Giudice del Lavoro per tutelare i diritti degli operatori ospedalieri, convinta che il sistema attuale stia minando la fiducia dei cittadini e degli stessi professionisti nella sanità pubblica calabrese.