Ospedale di Cosenza, il Comitato “No Scippo” chiama a raccolta i sindaci: «Unitevi per difendere il diritto alla cura»
L’appello a Presila, Savuto, Serre cosentine e Valle del Crati: «Il trasferimento dell’hub è un danno per tutta la provincia»
Il Comitato No Scippo lancia un appello “forte, urgente e condiviso” ai cittadini e ai sindaci della Presila, del Savuto, delle Serre cosentine e della Valle del Crati. «La difesa dell’ospedale hub di Vaglio Lise – affermano i portavoce del Comitato – non è una battaglia di Cosenza, ma riguarda l’intera provincia e il futuro della nostra sanità pubblica».
Il Comitato ricorda come questi territori abbiano sempre rappresentato “un’unica comunità”, legata da relazioni sociali, economiche e culturali. «Oggi – sottolineano – scelte politiche sbagliate e non condivise rischiano di produrre un danno irreparabile: togliere servizi essenziali proprio alle aree più fragili. In Europa si combatte lo spopolamento portando servizi, non sottraendoli».
La critica è netta: «Il trasferimento dell’hub sulle colline di Arcavacata – ribadisce il Comitato – aumenterà i divari, indebolirà i servizi e non offrirà alcun vantaggio reale alla rete provinciale». Da qui il confronto con Catanzaro: «Perché – si chiedono – non replicare il modello del Policlinico universitario integrato con il grande ospedale, che ha migliorato l’assistenza e ridotto l’emigrazione sanitaria? Perché negare a Cosenza ciò che altrove funziona?».
Sulla progettata "cittadella della salute", il giudizio è severo: «Avrebbe un valore assistenziale pari a una guardia medica – evidenziano – e sappiamo tutti in quali difficoltà versano le guardie mediche nel nostro territorio».
L’analisi è netta: carenza di personale medico e paramedico, pronto soccorso al limite, 118 in sofferenza, ospedali periferici indeboliti. «Non è un problema di una città – affermano – è un’emergenza provinciale cronica».
Per questo il Comitato invita tutti i sindaci a un fronte compatto: «Chiediamo una posizione comune, coraggiosa, a tutela dei cittadini. È il momento di alzare la voce e di difendere il diritto alla cura». Un appello rivolto anche al capoluogo: «Cosenza deve assumere un ruolo guida nel coordinare una mobilitazione diffusa di tutta la provincia».
L’invito finale è rivolto a tutte le forze sociali: amministratori, associazioni, comitati, operatori sanitari, cittadini. «La sanità – concludono – non è un privilegio: è un diritto. Difendiamo l’ospedale, ma soprattutto la dignità di un territorio che non vuole rassegnarsi. Chi oggi resta in silenzio si assume la responsabilità di un domani più povero. Noi scegliamo di reagire. E chiediamo a tutti di farlo insieme a noi».