Ostetricia e Ginecologia dell’Annunziata: personale infermieristico-chirurgico in allerta
«Qualche settimana fa i vertici della U.O.C. di Ginecologia e Ostetricia di Cosenza, il direttore sanitario Pino Pasqua e il Sitra rappresentato da Carla Catania, si sono riuniti alla presenza della sigla sindacale CISL rappresentata dal segretario aziendale Giuseppe Bonasso. Nello stesso verbale controfirmato a margine dell’incontro, del quale il personale interessato nonché tutte le altre OO.SS. erano completamente all’oscuro, si evince la volontà da parte della direzione aziendale di istituire nuovamente le pronte disponibilità per il personale infermieristico del blocco operatorio ginecologico (e per quello ostetrico). Inoltre, si sancisce un futuro spostamento del blocco operatorio ostetrico-ginecologico presso la chirurgia generale “Chirurgia Falcone”, notizia che circola dallo scorso anno e che non chiarisce con l’ausilio del personale di quale unità dovrebbe svolgersi l’attività».
A scriverlo in una nota è l’Unione Sindacale di Base di Cosenza. «Le metodologie utilizzate dalla direzione sanitaria e dal Sitra non ci sorprendono affatto, soventemente il personale interessato da spostamenti e/o modifiche nell’organizzazione del lavoro, non solo non viene consultato e reso partecipe, ma non risulta neanche informato per tempo – evidenziano i sindacalisti -. Così come è avvenuto in piena estate 2024 quando è stato richiesto al personale di spostare le pazienti dall’attuale “Ostetricia patologica” alla nuova “Ginecologia Light” sita al I° piano del nosocomio. Un reparto aperto senza che vi fosse personale assegnato».
Per Usb Cosenza «è di una gravità inaudita che alla presenza di un’unica sigla sindacale, che non ha svolto un ruolo attivo di rappresentanza e informazione per quanto concerne il blocco operatorio d’unità, si sia decisa, quasi segretamente, l’istituzione delle pronte disponibilità. Rispetto agli ultimi avvenimenti, sembra doveroso rinfrescare la memoria a tutti e tutte sull’applicazione delle “reperibilità” nell’unità di Ginecologia e Ostetricia. Le stesse – proseguono – sono state revocate solo nell’aprile del 2024 in quanto applicate esclusivamente al personaleinfermieristico operatorio, anche oltre ai limiti sanciti dal CCNL comparto sanità (6 mensili), a seguito degli enormi sacrifici compiuti dalle e dagli infermieri/e per oltre sei mesi e di accese proteste. Ci si chiede con quale senso di responsabilità e senza comunicare alcunché, si siano potute apporre le firme ad un verbale simile, nella più totale assenza di rappresentatività e partecipazione delle figure professionali interessate e coinvolte».
«All’Annunziata sarebbe meglio dare priorità alla sanatoria delle violazioni in corso – si legge ancora nel comunicato -. Nell’unità di Ostetricia vi sono cinque figure infermieristiche assenti ormai da diverso tempo e non sostituite. Delle stesse, tre unità afferiscono al blocco operatorio; due sono assenti per maternità e una ha rilasciato dimissioni immediate. In violazione della L. Regionale 24 del 26 maggio 2023, la quale dispone la sostituzione del personale assente per garantire i livelli essenziali di assistenza, l’azienda ospedaliera non ha provveduto alle sostituzioni. Di tutta risposta, anzi, si pensa di richiedere ulteriori sacrifici personali e professionali all’organico, anziché sostituire il personale assente e assumere un numero adeguato di risorse per la mole delle prestazioni offerte».
«Se si pensa che basti un verbale d’incontro controfirmato per continuare a calare scelte sbagliate dall’alto, nell’ignoranza assoluta delle istanze dei lavoratori e delle lavoratrici in corsia che ben conoscono le criticità empiricamente, c’è un grosso errore di fondo. Le attuali condizioni di lavoro del personale infermieristico – denunciano da Usb Cosenza – operatorio sono già di per sé inaccettabili: doppi turni e lavoro straordinario inserito direttamente nel calendario mensile generale per garantire la copertura di 1/1».
«Non è ammissibile – conclude la nota – che le condizioni lavorative del personale d’unità si aggravino ulteriormente e invitiamo la governance aziendale ad impratichirsi con prassi maggiormente trasparenti e corrette. La prima cosa da fare è sostituire il personale assente e assumere un numero di risorse adeguate, non utilizzare istituti d’emergenza come quello della pronta disponibilità per l’ordinaria organizzazione del lavoro. Si mettano in pratica prima le disposizioni regionali, anziché la solita e scorretta unilateralità. Il personale dice basta».