Sanità, bollino verde per il San Francesco di Paola, al top per il trattamento al femore | VIDEO
La struttura operativa complessa di ortopedia e traumatologia dell’ospedale San Francesco di Paola, ha ricevuto il bollino verde dall’Agenas per la tempestività di trattamento delle fratture al femore, uno degli indici misurati nell’ambito del calcolo dei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza. Secondo le rilevazioni dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, nel 62,5 dei casi l’intervento chirurgico viene garantito entro 48 ore dal ricovero.
Il traguardo si somma alle lusinghiere valutazioni contenute nel piano delle performance pubblicato dall’Azienda Sanitaria Provinciale, l’Ente al quale lo spoke della cittadina tirrenica afferisce. Nel rapporto emerge come le attività del reparto abbiano erogato nel 2022 prestazioni per un valore della produzione pari a tre milioni e mezzo di euro, un terzo dell’intero stabilimento ospedaliero, più di quanto abbia fatturato nel suo complesso l’ospedale Giovanni Iannelli di Cetraro.
Tra tanti ritardi ed inefficienze si può dunque trovare anche in Calabria uno sprazzo di buona sanità pubblica in un comparto, quello dell’ortopedia, in grave affanno in tutta la regione: «Scontiamo la chiusura in passato, per due anni, della scuola di specializzazione dell’Università Magna Graecia di Catanzaro – spiega il primario Massimo Candela – Per cui in quasi tutti gli ospedali il personale è sottodimensionato rispetto alla pianta organica. A Paola per esempio, dovrebbero essere in servizio otto dirigenti medici. Invece ne abbiamo soltanto tre». Candela, nella sua qualità di consigliere nazionale della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, ha un quadro chiaro della situazione di tutte le strutture calabresi: «La carenza di medici ci ha costretti a sospendere le urgenze notturne. Medesima situazione si presenta a Rossano e Soverato e pure allo Jazzolino di Vibo Valentia che pure è una città capoluogo di provincia. Pensi che all’ospedale metropolitano di Reggio la guardia notturna funziona solo in reperibilità mentre a Castrovillari il mancato ricambio dei colleghi andati in quiescenza ha comportato la chiusura del reparto».
In estate, con il flusso di turisti e la maggiore mobilità, il problema sulle coste si acuisce: «Mediamente a Paola nel corso dell’anno, effettuiamo 60 interventi chirurgici al mese, compresi quelli programmati. Nei mesi di luglio e agosto, con i ricoveri programmati sospesi, la media sale a 90. Come dicevo, per trattare le emergenze in tutta la provincia di Cosenza nel corso della notte bisogna rivolgersi all’Hub dell’Annunziata. Ma per fortuna dal commissario ad acta e presidente della Regione Roberto Occhiuto, è giunta una buona notizia: nel secondo contingente medico in arrivo da Cuba vi saranno anche degli specialisti ortopedici. Due saranno destinati proprio a Paola, uno al Giannettasio di Rossano. Per cui in queste strutture riprenderemo ad operare h24».
La sfida di Massimo Candela è inoltre quella di contrastare la forte emigrazione sanitaria soprattutto nell’ambito della protesica: «Purtroppo – dice – i calabresi sono molto esterofili. Ma qui noi possiamo compiere gli stessi interventi effettuati dai nostri colleghi nel Nord Italia. A Paola lo scorso anno abbiamo impiantato 168 protesi. Qualche medico di altre regioni viene qui a fare razzia di pazienti all’interno di ambulatori privati – sottolinea ancora il direttore dell’ortopedia paolana – Forse sarebbe il caso di regolamentare queste attività che danneggiano il nostro sistema sanitario».
Nel video allegato l’intervista al direttore della struttura complessa di ortopedia e traumatologia di Paola Massimo Candela