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14/09/2023 ore 16.00
Societa

Anche Cosenza nella rete dei Dead Drops, le Usb misteriose cementate nei muri di tutto il mondo | FOTO

Tutto è nato a New York nel 2010 quando il creativo tedesco Aram Bartholl incastrò le prime unità Usb in un angolo di strada. È un movimento alternativo di condivisione di contenuti che mira a diventare virale. Ecco cosa sono e dove trovarle qui in Calabria
di Alessia Principe

Una enorme rete, tutt’altro che sotterranea, sta rosicchiando nuove strade di comunicazione che da New York si sono diramate ovunque: dalle Mauritius alla Nuova Zelanda, dall’Alaska al Giappone. Parliamo del movimento Dead Drops, nato tredici anni fa e che sta seminando non grano, ma contenuti caricati in chiavette Usb lasciate in giro per il mondo.

È un movimento nato nel cemento e che rende punti morti delle città estremamente vivi, perché accessibili a chiunque voglia scambiare i propri contenuti. Basta ricavare un buco in una parete esterna, inserire una pendrive, passare una mano di cemento e indicare la posizione sul sito ufficiale Dead Drops che aggiorna costantemente la mappa dei punti dove poterle trovare.

Cosenza c’è

Anche Cosenza è tra i cento punti d’Italia e tra i 2482 nel mondo, in cui è possibile accedere ai DD (vedi mappa). I due punti sono tutti nel centro storico della città dei bruzi: il primo alla confluenza dei due fiumi e il secondo in via San Tommaso. Il terzo e ultimo punto in Calabria è a Diamante, in via dei Caduti.

Mente del progetto è Aram Bartholl, creativo tedesco, che nel 2010 a New York ebbe l’idea di incastrare in un muro di red bricks, la prima unità flash Usb. L’anno seguente, il MoMa nella Grande Mela, ospitò l’esposizione “Talk to Me” che si concentrava su oggetti che implicavano un’interazione diretta con gli utenti: interfacce, sistemi informativi, design di visualizzazione e dispositivi di comunicazione, in cui i DD entrarono da protagonista.

La filosofia del movimento

Un tutorial, sul sito, spiega come procedere. Le DD devono trovare dimora in un dead point, un punto “morto” (il dettaglio è molto importante e dà il nome al movimento che in italiano si traduce con “Gocce morte”) della città. Bisogna collegare il laptop al muro o a un palo. Ogni DD viene installato privo di contenuti, ad eccezione di un file readme.txt che spiega in cosa consiste il progetto.

Il movimento, che continua a propagarsi in modo silenzioso, ultimamente è tornato alla ribalta sui social che stanno facendo da amplificatore a un’idea che mira a disegnare una rete di condivisione anonima, peer to peer (quindi di scambio alla pari) e inserita in uno spazio pubblico. Punti, prima anonimi adesso avvolti da un piccolo mistero, e basterà solo una piccola chiave ad aprire una porta verso il mondo.