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25/12/2025 ore 20.00
Societa

Città della seta e ora anche del pane, a Mendicino si riaccendono i forni e si dedica un murale all’arte dell’impasto

Nell’attesa del Natale nel borgo antico torna il rito dei panettieddri di San Nicola. Anziani e giovani insieme riattivano i forni storici, mentre Edoardo Ettorre realizza la prima opera di un percorso artistico dedicato alla tradizione panificatoria

di Paolo Mazza

Nel cuore del borgo antico di Mendicino, tra vicoli in pietra che custodiscono secoli di storia, il fuoco è tornato ad ardere nei forni storici. Per il secondo anno consecutivo, in occasione della Festa di San Nicola, Santo Patrono della città (che si celebra ogni 6 dicembre), la comunità ha rivissuto uno dei gesti più autentici della propria tradizione: la riaccensione dei forni e la preparazione dei panettieddri di San Nicola, simbolo di tradizione e appartenenza. 

Non si è trattato soltanto di cuocere il pane secondo un rito antico, ma di riaccendere un patrimonio immateriale fatto di racconti, saperi tramandati, profumi familiari e relazioni di vicinato. Un gesto semplice, eppure profondamente potente, capace di unire generazioni diverse attorno a un’esperienza comune, riportando vita e calore nei luoghi simbolo dell’identità mendicinese. Sono state infatti le persone comuni, nello specifico i più anziani, a mettersi in prima fila per sfornare queste prelibatezze e insegnare ai più giovani la preziosa arte dell’impasto

In un periodo dell’anno segnato dall’attesa del Natale, questa iniziativa assume poi un significato ancora più profondo. Il pane che cuoce lentamente nei forni, il fuoco che scalda le mani e i cuori, il ritrovarsi insieme diventano metafora di una comunità che si stringe, riscoprendo i valori della condivisione e della memoria. È il Natale che prende forma nei gesti antichi, nella semplicità dei sapori, nel senso di appartenenza che rende viva una città.

A sottolineare il valore dell’iniziativa è la dichiarazione del sindaco di Mendicino, Irma Bucarelli: «Ringrazio di cuore tutti coloro che, con passione e dedizione, hanno reso possibile questo momento di comunità. Custodire le tradizioni è un dovere, ma farle rivivere è un atto d’amore. Mendicino, oltre che Città della Seta, è anche Città del Pane. Questa iniziativa voglio che non resti solo un atto di memoria ma che possa essere motore di rilancio economico del nostro territorio».

Ed è proprio in questa visione che il pane diventa non solo simbolo culturale, ma anche leva di sviluppo. Accanto alla riaccensione dei forni, è stato infatti avviato un percorso artistico, visivo e poetico dedicato al pane, che prende forma attraverso murales diffusi nel borgo. La prima opera che racconta l’antica tradizione panificatoria è stata realizzata da Edoardo Ettorre, per un progetto a cura di Gulia Urbana che dà continuità al Musa (Museo Urbano della Seta all’aperto).

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Mendicino conferma così la propria identità plurale: Città della Seta, Città del Pane, ma soprattutto comunità viva, capace di guardare al futuro senza dimenticare le proprie radici. In questo intreccio di storia, arte, sapori e spirito natalizio, la tradizione non resta ferma nel ricordo, ma diventa energia che scalda, unisce e genera nuove opportunità.

E mentre il profumo del pane si diffonde tra le strade del borgo, Mendicino si prepara al Natale con un messaggio chiaro e universale: le tradizioni, quando vengono condivise, sono il dono più autentico che una comunità possa fare a sé stessa.