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20/07/2025 ore 08.59
Societa

Cosenza, a Bosco de Nicola la terza età coltiva i giardini diffusi

Ai confini del Parco Nicolas Green un gruppo di pensionati cura ogni giorno il quartiere trasformando aiuole, viali e memorie contadine in un giardino diffuso. Tra fiori, alberi da frutto e piccoli gesti quotidiani, la comunità riscopre la bellezza del prendersi cura insieme degli spazi comuni

di Redazione

Bosco de Nicola, ai confini del Parco Nicolas Green, si trasforma in un giardino diffuso grazie alla dedizione di un gruppo di cittadini che ha fatto del verde la sua missione quotidiana.

C’è un angolo di Cosenza dove la terza età non conosce panchine ma zappe, non cerca ombra ma la coltiva. Succede ai confini del Campagnano, tra il Parco Nicolas Green e il Bosco de Nicola, dove un gruppo di pensionati — guai a chiamarli “anziani”! — da anni si prende cura, in silenzio e con costanza, del proprio quartiere, trasformandolo in un piccolo eden urbano.

Con le mani nella terra e lo sguardo orgoglioso, questi instancabili custodi del verde piantano, zappettano, concimano, annaffiano. I vialetti che attraversano la zona, un tempo spogli e trascurati, oggi sono una galleria di colori e profumi: fiori in abbondanza, con le trombe d’Angelo che si aprono come piccoli miracoli e le ginestre che profumano di primavera perenne.

Ma il loro verde va ben oltre l’estetica. Il progetto - del tutto spontaneo e autogestito - punta alla memoria e alla biodiversità. Tra le aiuole curate e i vialetti rianimati dalla natura, spuntano alberi della tradizione contadina cosentina: fichi carichi di dolcezza, gelsi antichi, noci, pesche, nespole e persino qualche esemplare di banano, simbolo di un microclima che i nostri “nonni” (così li chiama affettuosamente il vicinato) hanno imparato a leggere e rispettare.

“Non ci interessa il riconoscimento - racconta Gabriele , rastrello alla mano - ci basta vedere che il quartiere è vivo, che i bambini si fermano a guardare i fiori, che qualcuno raccoglie un frutto, che chi passa sorride.”

E in effetti basta passeggiare per capire che qui la cura non è solo del verde, ma della comunità. Ogni pianta è un gesto d’amore, ogni zolla rivoltata è una protesta silenziosa contro il degrado urbano, contro l’incompetenza dei distruttori del verde, pagati con i soldi della collettività. Qui, tra il brusio delle foglie e il profumo della terra bagnata, la città si rigenera, e lo fa grazie a chi, con l’età, ha guadagnato il tempo per donarlo agli altri.

Una lezione quotidiana di cittadinanza attiva, che dovrebbe far riflettere chi pensa che il pensionamento sia una resa. Qui, al contrario, è rinascita. In verde.