Cosenza, il "carrello tricolore" non fa risparmiare: lo sconto c'era già | VIDEO
Cosa si nasconde dietro i cartelli recanti il carrello tricolore, che indicano i prezzi scontati in adesione alla iniziativa del trimestre anti-inflazione promossa dal Governo a partire dal mese di ottobre? Un altro cartello in cui viene indicato il prezzo precedentemente applicato dal supermercato. E qual è la differenza? Nessuna. Zero. Il prezzo è lo stesso.
Morale della favola: spacciata per la panacea di tutti i mali, la campagna non produce alcun reale beneficio per le famiglie. In sostanza la grande distribuzione si è limitata a modificare le etichette, confermando le promozioni già applicate in precedenza. Questa almeno la politica riscontrata in alcuni esercizi presi in esame nel fine settimana nel cosentino, cui si riferisce il breve filmato in allegato. Ed anche laddove il confronto con il prezzo applicato in precedenza non è reso possibile dalla mancanza dei precedenti cartellini, la percentuale di sconto è comunque irrisoria, con un risparmio di pochi centesimi, certamente non adeguato a contrastare il carovita.
Chi mette in relazione il carrello tricolore al calo dell’inflazione su base annua registrato ad ottobre, passata dal +5,3 percento al +1,8 percento, come minimo è disinformato se non addirittura in malafede. Il fenomeno infatti, è stato chiaramente spiegato dall’Istat nella nota di accompagnamento alla diffusione del dato: «La drastica discesa del tasso si deve in gran parte all’andamento dei prezzi dei beni energetici, in decisa decelerazione tendenziale a causa dell’effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando si registrarono forti aumenti dei prezzi».
Semplificando, il calo dell’indice è molto vistoso in confronto ai dati dello scorso anno e dunque in confronto ad un periodo in cui le bollette subirono un’anomala spinta verso l’alto trascinando in su pure il prezzo dei beni di consumo. Ma se si confronta il tasso su base mensile, il discostamento al ribasso dell’inflazione tra settembre ed ottobre 2023 è di appena lo 0,1 percento.
Inoltre, analizzando esclusivamente l’andamento dei prezzi dei prodotti alimentari, come rivela l’Unione Consumatori, ad ottobre vi è stato invece un aumento, sia pure impercettibile, anch’esso dello 0,1 percento. Perché di fatto i prezzi sono rimasti invariati e le convenienze per il consumatore continuano a derivare sulle iniziative assunte in autonomia dai grandi distributori per conquistare fette di mercato, come la politica dei bassi e fissi oppure del buono sconto da spendere in un secondo momento che può valere fino al 25 percento, o ancora del classico 3×2 che equivale a uno sconto del 33 percento o delle campagne bis, ovvero del prendi due e paghi uno, con uno sconto quindi del 50 percento.