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26/10/2024 ore 16.00
Societa

Cosenza, il Comune rimuove la "collezione Telesio" senza autorizzazione

Irene Telesio, la discendente del filosofo: «Una scorrettezza». Nella collezione anche bozzetti di Salfi
di Alessia Principe

«Posso dire che il comune di Cosenza ha avuto un atteggiamento inadeguato, ecco. Io sono sempre reperibile anche telefonicamente e invece ho dovuto apprendere quello che è accaduto da un amico. Assurdo». A parlare è Irene Telesio, l’ultima discendente del celebre filosofo naturalista, figura simbolo della città di Cosenza. È amareggiata, molto, per quello che è accaduto alla “collezione Telesio”, fino a qualche tempo fa esposta alla Casa delle Culture e adesso spostata senza la sua autorizzazione altrove.

Si tratta di una collezione di abiti d’epoca, databili nella seconda metà dell’Ottocento, di una raccolta fotografica (da scatti “fin de siècle” a quelli di moda e urbani), di corredi e tessuti antichi, manufatti della cultura agropastorale, giocattoli, maioliche, ex voto, testimonianze materiali locali tra artigianato, arti decorative e creatività artistica. Faceva parte della collezione anche una preziosissima raccolta di bozzetti di Enrico Salfi, studi iconografici sulla volta del teatro Rendano. La donazione fu posta alla base del neo museo etnografico della città. Tutta la collezione, ora, è stata rimossa dalla Casa delle Culture, pare, senza alcuna lasciapassare da parte dei donatori, a dispetto di quanto sancito nero su bianco dodici anni fa.

Si trattava di una donazione modale, cioè sottoposta a un particolare vincolo geografico cristallizzato in una delibera del 2012 dal Comune di Cosenza in cui la Casa delle Culture diventava musealizzata. L’Ente si impegnava a non rimuovere, né spostare, alcun oggetto della collezione senza previa autorizzazione dei donatori, cosa che, invece, è avvenuta.

«Evidentemente non sono più interessati – ci dice Irene Telesio raggiunta al telefono nella sua casa fiorentina -, ne prendo atto. Credevo, con Roberto Bilotti, di fare un regalo alla città di Cosenza, ma le cose sono cambiate, a quanto pare, e questa collezione non è più gradita. Va bene, non discuto, è chiaro che si sta andando verso una certa direzione che è diversa dalla mia concezione di tutela culturale, tuttavia la mancanza di correttezza nelle comunicazioni è indiscutibile e ingiustificabile».

La collezione dovrebbe trovarsi al momento (ma è un’ipotesi) a Palazzo Spadafora, in un deposito. Roberto Bilotti, tra i donatori di parte della collezione, era venuto a conoscenza dello spostamento da alcuni conoscenti prima di ricevere la conferma dal consigliere con delega al centro storico Francesco Alimena che ha seguito tutta la pratica Casa delle Culture.

«C’era una delibera, un atto pubblico – puntualizza Irene Telesio -. È possibile che si provveda alla rimozione di una collezione artistica senza alcuna autorizzazione? Non credo affatto. E non credo che il cambio di amministrazione c’entri con questa decisione. Ecco perché esistono dei documenti scritti, per evitare decisioni arbitrarie. Dovevo essere consultata, questo è un fatto, avrei avuto la possibilità di discutere della cosa col Comune, invece adesso parliamo a cose fatte. Io sono sempre stata corretta, ma la correttezza deve esserci da ambo le parti».

Nel momento in cui la collezione è stata rimossa, la donazione è stata automaticamente risolta. «Tuttavia – spiega Roberto Bilotti – è stata spostata a spese dell’Ente in un altro luogo. Questo è incomprensibile. Ora mi chiedo: qual è il progetto del Comune rispetto alla collezione? Esiste un progetto? La Sovrintendenza era a conoscenza dello spostamento? Ha dato, come avrebbe dovuto, indicazioni sul trasporto, imballaggio e sulla conservazione? Soprattutto, che fine hanno fatto i preziosissimi bozzetti di Salfi?»