Cosenza in fuga: comuni svuotati, in alcuni casi oltre il 30% di residenti persi
La fuga dei calabresi dalla propria terra continua e pare non volersi arrestare. Il fenomeno non riguarda solo i neolaureati, il cui curriculum spesso non trova aderenza con il contesto economico locale, povero di occasioni professionali e prospettive, ma coinvolge sempre più spesso uomini e donne di ogni età, interi nuclei familiari disposti a cercare altrove fortuna e nuove opportunità.
I comuni calabresi continuano a spopolarsi a un ritmo vertiginoso. Secondo l’Istat, il fenomeno riguarda il 5,5% della popolazione residente, più del doppio della media nazionale che si ferma al 2,3%. Nel 2024 la sola provincia di Crotone ha toccato quota -10,4%, il dato peggiore della regione, che la inserisce nella top ten delle province italiane più colpite dal calo demografico.
La gente si sposta dai piccoli comuni verso centri più popolosi della stessa regione per avere accesso a servizi sanitari, scolastici e sociali, oppure emigra al Nord o all’estero. Dal 2011 ad oggi, secondo il CNEL, ben 550.000 giovani italiani hanno lasciato il Paese, e la Calabria ne perde circa 6.000 ogni anno.
Le ragioni dello spopolamento sono molteplici:
- mancanza di lavoro,
- assenza di servizi essenziali,
- scarsa mobilità interna,
- diritti come salute e istruzione non sempre garantiti,
- distanze difficili da colmare rispetto ai poli urbani più attrezzati.
In Italia ci sono 3.987 comuni a rischio spopolamento, il 48,5% del totale. In Calabria i comuni in difficoltà sono 306 su 404 (il 75,7%) e tutti con meno di 5.000 abitanti. Nel 2024, il saldo migratorio della regione – ovvero la differenza tra chi parte e chi arriva – è stato negativo, toccando quota -2,6%, a fronte di un +4,3% delle regioni del Centro-Nord.
In molti comuni calabresi l’emorragia di popolazione va avanti dalla fine degli anni Ottanta, con conseguenze pesantissime:
- crollo dell’economia locale,
- chiusura di esercizi commerciali,
- abbandono di immobili e terreni,
- degrado del territorio.
I comuni più colpiti sono quelli:
- dell’entroterra (196),
- periferici (97),
- ultra-periferici (13).
La montagna è il punto più critico della crisi demografica calabrese. Povera, isolata, dimenticata, è vittima di un mix micidiale di abbandono, inefficienze e scarsità di investimenti. Per chi vive in quei luoghi, fuggire non è una scelta ma una necessità.
Nei comuni spopolati la spesa amministrativa per abitante è molto più alta. Secondo il CNEL, i piccoli comuni (0–3.000 abitanti) spendono 250 euro pro capite per la macchina amministrativa, contro i 140 euro dei comuni tra 10.000 e 59.999 abitanti, e i 102 euro delle città tra 60.000 e 100.000 abitanti nel Nord-Est. Inoltre, in Calabria, la media dei dipendenti comunali è 3 ogni 1.000 abitanti, contro una media nazionale di 2,3.
I numeri dello spopolamento – le “top ten” della Calabria
Provincia di Cosenza
- Terravecchia: -36,89%
- Alessandria del Carretto: -31,25%
- Castroregio: -30,70%
- San Lorenzo Bellizzi: -26,80%
- San Donato di Ninea: -25,41%
- Scala Coeli: -24,26%
- Oriolo: -21,49%
- Papasidero: -21,31%
- Plataci: -20,31%
- Mormanno: -19,77%
- Albidona: -19,77%
- Verbicaro: -19,75%
Provincia di Reggio Calabria
- Roccaforte del Greco: -28,01%
- Staiti: -26,63%
- Santa Cristina d’Aspromonte: -23,89%
- Pazzano: -22,25%
- Cardeto: -21,06%
- Giffone: -19,01%
- Roghudi: -18,93%
- Placanica: -17,48%
- Terranova Sappo Minulio: -14,97%
- Molochio: -14,77%
Provincia di Catanzaro
- San Pietro Apostolo: -16,60%
- San Mango d’Aquino: -16,50%
- Martirano Lombardo: -16,30%
- Sant’Andrea Apostolo dello Ionio: -15,15%
- Platania: -14,30%
- Guardavalle: -12,78%
- Badolato: -12,18%
- Cicala: -11,91%
- Carlopoli: -11,23%
- Decollatura: -9,63%
Provincia di Vibo Valentia
- Dinami: -30,10%
- Acquaro: -29,90%
- Monterosso Calabro: -21,03%
- Nardodipace: -20,40%
- Pizzoni: -19,10%
- Arena: -18,70%
- Polia: -18,50%
- Cessaniti: -18,10%
- Filadelfia: -17,79%
- Mongiana / Fabrizia: -16,50%
Provincia di Crotone
- Carfizzi: -26,09%
- San Nicola dell’Alto: -18,48%
- Savelli: -16,71%
- Mesoraca: -15,90%
- Umbriatico: -15,64%
- Verzino: -14,90%
- Santa Severina: -13,78%
- Cerenzia: -13,76%
- Castelsilano: -11,87%
- Petilia: -8,97%
(Elaborazione su dati Istat 2011–2023 – andamento demografico della popolazione residente – fonte: Tuttitalia.it (P.E.)